Itinerario nella città vaticana, a Roma e nella sua provincia

In barca sul Tevere con Caronte

Le tappe dell’itinerario

Roma: a caccia d’immagini tra chiese, musei e gallerie


Roma è un immenso spazio urbano in cui giocare la grande ‘caccia al tesoro’ degli iconofili. Un percorso privilegiato propone le antiche basiliche, decorate di mosaici e affreschi. Il mosaico absidale della basilica di San Paolo fuori le mura, ad esempio, contiene una scena della seconda venuta del Signore. Il Cristo in maestà sul trono e benedicente alla greca ha il libro aperto con la sentenza del giudizio: venite benedicti patris mei, percipite regnum. Tra gli alberi del paradiso incede il corteo degli apostoli e dei santi. La scena della preparazione del trono del giudizio comprende la croce, i segni della passione e i Santi Innocenti. Gesù ha il minuscolo papa Onorio inginocchiato ai piedi ed è affiancato dai santi Pietro, Andrea, Paolo e Luca. Alcune vetuste immagini si trovano nella basilica di San Clemente. Nel giudizio particolare del IX secolo gli apostoli degli slavi Cirillo e Metodio sono giudicati e benedetti da Gesù; alla sua destra sono l’arcangelo Michele e Sant’Andrea apostolo e alla sua sinistra sono l’arcangelo Gabriele e San Clemente. Un frammento della metà del IX secolo mostra una folla di figure variamente abbigliate e pettinate, probabilmente i risorti di un Giudizio universale. Un’immagine del Cristo giudice sull’arcobaleno della seconda parusia si trova nel mosaico dell’arcata dell’abside della chiesa di Santa Maria in Domnica. Qui il giudice è accompagnato dal corteo degli angeli e degli apostoli. Ma l’immagine più bella – e anche la più antica - del Cristo che ritorna sulla terra, è quella del mosaico absidale della basilica dei santi Cosma e Damiano. Il Cristo, rivestito dell’abito dei dignitari romani, scende dal cielo su un tappeto di nuvole  luminose e colorate di blu cobalto, azzurro, arancio e rosso. La scena parusiaca, tratta dall’Apocalisse, è completata dalle immagini dell’Agnello, dei candelabri, degli angeli, degli anziani e dai simboli degli evangelisti.

La chiesa di San Giovanni a Porta Latina sorge vicino le mura, sul luogo presunto del martirio dell’evangelista Giovanni. Secondo la tradizione, Giovanni fu immerso in una caldaia d’olio bollente, ne uscì illeso e finì poi nell’isola di Patmos, dove ebbe le visioni dell’Apocalisse. I restauri effettuati nella chiesa nel 1940 ci hanno restituito un grande ciclo di affreschi della fine del dodicesimo secolo: una cinquantina di riquadri che narrano le storie dell’antico e del nuovo testamento, dalla creazione all’Apocalisse. La scena del giudizio è semplicissima: Cristo torna per giudicare il mondo seduto su un arcobaleno, in un nimbo circolare. Sull’altare, preparato per il giudizio, sono visibili i chiodi della passione. Il giudice è affiancato da sei angeli rivestiti delle ricche insegne del loro rango nelle schiere celesti. Tra le scene dell’Apocalisse riconosciamo la Gerusalemme celeste  e l’adorazione del trono con i  “quattro esseri viventi” simboli degli evangelisti, gli angeli e i 24 vegliardi con le coppe d’oro.

Percorriamo l’antica Via Tuscolana sul colle del Celio alla ricerca di una chiesa dal nome curioso, i Santi Quattro Coronati. La chiesa è dedicata a quattro soldati romani di fede cristiana che furono martirizzati per essersi rifiutati di adorare la statua di Esculapio. Chiedendo aiuto alle suore, ci facciamo aprire l’oratorio di San Silvestro. Tra il pavimento cosmatesco e la volta decorata come un cielo stellato ammiriamo sulle pareti un bel ciclo di dipinti del 1246. Tra questi è una gradevole immagine colorata della venuta di Cristo alla fine dei tempi per giudicare il mondo. Gesù è seduto in trono sui cuscini e stringe in mano una ricca croce decorata come uno scettro. Ai lati del trono sono visibili gli altri strumenti della Passione: la lancia, tre lunghi chiodi, la canna e la corona di spine. La Madonna e il Battista sono in piedi e a capo chino. I dodici apostoli sono seduti su una lunga panca decorata e resa confortevole da un cuscino. Tutti sono raffigurati con la mano sollevata a indicare ai visitatori la maestà del giudice. L’allusione al giudizio si coglie dalla presenza dell’angelo di destra che suona la tromba del risveglio dei morti. L’angelo di sinistra segnala la fine del tempo e l’inizio dell’eternità, staccando e arrotolando il firmamento con le stelle, il sole e una falce di luna.

Un secondo percorso iconografico propone i dipinti di celebri musei. Una scena del giudizio universale dovuta alla mano di Giovanni da Rimini all’inizio del Trecento si trova in un pannello conservato nella Galleria nazionale d’arte antica di Palazzo Barberini. Il pannello contiene sei scene del nuovo testamento (natività, crocifissione, deposizione, discesa agli inferi, risurrezione, giudizio finale). L’immagine del giudizio è sintetica ed essenziale, ma riesce a mostrare il giudice in trono, affiancato dagli intercessori e dal tribunale celeste, l’angelo con i segni della passione, due angeli tubicini e i morti risorgenti dai sepolcri.

La Galleria nazionale di Palazzo Corsini conserva un Giudizio universale del Beato Angelico. L’opera è un trittico del 1447 che ha due scomparti laterali dedicati all’ascensione di Gesù e alla Pentecoste. Il pannello centrale sintetizza la descrizione del giudizio che l’Angelico ha sviluppato in modo molto più ampio nei Giudizi fiorentini. Cristo pronuncia la sentenza col libro della vita nella mano. Sulle nuvole siedono gli apostoli e i santi. Sotto il trono levitano angeli incorporei con la croce e gli altri simboli della passione. La resurrezione dei morti è resa da una serie di avelli aperti di forma quadrata. I dannati sono flagellati dai demoni e spinti verso l’inferno. Nel giardino fiorito del Paradiso i beati sono gioiosamente accolti dall’abbraccio degli angeli.

Una immagine del giudizio particolare si trova nella Chiesa di Santa Maria sopra Minerva. Il catechismo ci ricorda – sulla scorta dell’insegnamento tradizionale della Chiesa – che subito dopo la morte l’anima si presenterà davanti al Signore per essere giudicata. E’ il giudizio ‘particolare’, che si rinnoverà poi nel giudizio ‘universale’, al momento dell’incontro finale con Cristo il giorno della sua seconda venuta. Alla Minerva, nella cappella di San Raimondo di Peñafort, si trova il sepolcro del cardinale Giovanni De Coca, scolpito da Andrea Bregno. Sulla parete Melozzo da Forlì ha dipinto la scena del giudizio. Il cardinale è in ginocchio, a mani giunte e con la mitria deposta sull’urna. Gesù in trono sulle nuvole, in una mandorla di raggi dorati e con le piaghe esposte, lo giudica con la mano levata, benedicente. Ai due lati, sullo sfondo di serene colline, due angeli suonano la tromba

E infine, se cercate un museo cristiano dell’Oltretomba, Roma ha anche quello. Si può visitarlo, a condizione che non essere troppo impressionabili, in un corridoio della chiesa neogotica del Sacro Cuore del Suffragio sul Lungotevere Prati di Roma. Il museo raccoglie per la verità pochissimi oggetti che si vogliono ritenere prove presunte dell’esistenza dei rapporti tra i vivi e i morti. Troverete libri e indumenti marchiati a fuoco che mostrano le impronte bruciacchiate delle mani di defunti che si sono manifestati ai vivi in macabre apparizioni. Una collezione che entra tutta in una vetrina e che è stata chiamata Museo delle Anime del Purgatorio.

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