Itinerario nella città vaticana, a Roma e nella sua provincia

In barca sul Tevere con Caronte

Le tappe dell’itinerario

Uno sguardo moderno sull’aldilà: la cappella Redemptoris Mater


Il nostro itinerario si conclude in Vaticano, da dove eravamo partiti. La cappella Redemptoris Mater si trova al secondo piano del palazzo pontificio. E’ rivestita da uno splendido ciclo di mosaici ideato e realizzato per il giubileo del Duemila dall’atelier d’arte spirituale del centro Aletti di Roma, animato da da padre Tomas Spidlik e padre Marko Ivan Rupnik. Il vasto programma iconografico vede la parete di sinistra dedicata all’incarnazione di Gesù e la parete opposta dedicata all’ascensione e alla pentecoste. I temi più escatologici si concentrano sulle altre pareti. La parete d’ingresso descrive la scena grandiosa del ritorno di Gesù giudice sulla terra, la parusia annunciata dai profeti Daniele ed Isaia. Cristo scende dall’alto, vestito di bianco, mostrando le sue piaghe, in un cerchio di rosso fuoco, simbolo d’amore e di divinità. L’altare è stato preparato per la celebrazione celeste. Vi sono due concelebranti, l’apostolo Filippo con il calice e l’evangelista Marco con il libro del Vangelo. Davanti all’altare Adamo ed Eva vestiti di rosso venerano l’albero della vita, la croce che sorge nel giardino dell’Eden. Tutta la storia del mondo converge verso Gesù che torna: Mosè che apre il Mar Rosso, Noè che naviga sull’arca, Giona tratto dalla balena, Giuseppe d’Egitto tradito dai fratelli con i covoni e i sacchi di grano, Giovanni Battista il precursore e la Madre Maria. La terra e il mare alla fine del mondo restituiscono i corpi a Cristo. I risorti sono rivestiti della veste candida e segnati con il Tau e le stimmate. La lunga processione dei risorti avanza verso Cristo: vediamo una bambina che gioca con la sua palla, un sapiente con i suoi libri, una donna con il computer, suo strumento di lavoro, un artista con la tavolozza dei colori, una famiglia con il papà, la mamma e il figlioletto in braccio. Vi è anche la processione dei nuovi martiri: da un lato troviamo Stefano, il primo martire, che accompagna Marija Sveda, greco-cattolica ucraina, e Pavel Florenskij, ortodosso russo, vittime entrambi della persecuzione sovietica; dall’altro lato la martire Prassede accompagna Christian de Chergé, trappista ucciso ad Algeri dagli terroristi musulmani,  ed Elisabeth von Thadden, luterana tedesca vittima dei nazisti. Il giudizio è simbolizzato dall’arcangelo che pesa sulla bilancia le opere buone e quelle cattive degli uomini: Michele rovescia il piatto maligno della bilancia e fa precipitare Lucifero nell’abisso. Una macchia rossa annuncia l’inferno, senza tuttavia mostrarlo. Pietro apre con la sua chiave la porta d’ingresso del regno dei cieli.

La parete di fondo rappresenta la chiesa nella perfezione della Gerusalemme celeste dell’Apocalisse. In alto è rappresentata la Trinità nell’immagine dei tre angeli pellegrini ospiti della mensa di Abramo alle querce di Mamre. All’interno delle mura della città celeste sono dodici mense dove siedono a gruppi di tre i santi d’oriente e d’occidente. Al centro, su un trono, c’è Maria con il bambin Gesù in braccio: la Redemptoris Mater.

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