...in viaggio con l’anima

di Gianni Di Santo

Per chi ama viaggiare e si diletta in vie nascoste, mulattiere di mare e percorsi di montagna, il viaggio non è solo un cammino, a volte comodo a volte no, verso una meta prefissata, un luogo geografico delineato. Spesso è anche, direbbero i viaggiatori convinti, sogno, possibilità di arrendersi agli improvvisi cambiamenti climatici del vento e dell’acqua, utopia racchiusa in un pugno di sabbia e in un mare di stelle. Si arriva in un luogo e si ha subito voglia di guadare un’altra tappa, oppure, e questo lo sa bene chi prepara da tempo un viaggio, si può anche non partire mai, e arrivarci lo stesso in quel luogo. Solo con la fantasia. Perché il vero viaggiatore è colui che viaggia con l’anima, che guarda a ovest con i profumi dell’est, che scende  a sud con il naso puntato a nord.

Viaggiando, anzi, errando, si incontra l’altro, sempre. Qualche volta anche se stessi, il ché non è male. Ma ciò non basta. Perché l’errante, colui che cammina tante volte senza meta, è alla ricerca di un altrove, un luogo altro, un posto dove l’anima possa ristorarsi, abbeverarsi alle cose belle della vita e anche trovare quella pace e silenzio che i nostri ritmi moderni e tecnocrati hanno allontanato dalla nostra vista. Con il viaggio l’anima non si intenerisce. Semmai apprende esperienza, rumori e colori. È la strada polverosa, la terra che assaporiamo e il cielo che ammiriamo, a indicarci quale blues meticcio stia suonando dentro la nostra anima.

Dove andare?, direbbero i più curiosi. Già, come andare, dove sostare, che fare se… replicherebbero i più pratici. Ma il viaggio, qualunque viaggio, non ammette ritardi e ripensamenti. Un piccolo libello torna assai utile nel tracciare le nostre rotte cardinali. Paeninsula – L’Italia da ritrovare (Franco Cassano, Editori Laterza) ci fa da guida. «Nord: freddo, durata, pazienza, laboriosità, ragione, rigore, un mare solo da navigare e lontano dal piacere sensuale, rivincita sull’asprezza dell’ambiente, epos freddo e quotidiano, antiretorico e antidemagogico, l’ordine e la ripetizione che esonerano e liberano, nitidezza, distanza tra i corpi, la luce preziosa e accerchiata»; «Ovest: superare il limite, l’andare verso il tramonto, tra e oltre i monti, l’avventura e la partenza, la scoperta, il non accontentarsi, l’amore del nuovo… inseguimento e allargamento del sole, abolizione della notte, sogno di conquista»; «Est: il luogo dell’origine, il punto in cui nasce il sole, da cui ci si allontana ma a cui si è destinati a tornare, l’unità materna che ci contiene tutti, il linguaggio cui apparteniamo, la fedeltà che torniamo ad onorare, ma anche la primavera, il sabato della crescita del sole, la promessa, lo sbocciare dei frutti, il ritorno ogni volta nuovo dei colori, quando è lecito attendersi ancora tutto»; «Sud: il solstizio d’estate, la scomparsa delle ombre, lentezza, immobilità, sosta, pausa, arresto, attesa, prossimità, sensualità, torpore e sospensione, ma anche ebbrezza e pienezza insostenibile della vita».

La nostra bussola vaga tra i saperi cardinali. Perché riscoprire nel viaggio un grande crocevia dell’incontro tra le genti è la chiave di volta per tornare al futuro.


È il momento di metterci in cammino. Sono 20 i viaggi dello spirito che invitiamo a percorrere. Da soli, in compagnia, con chi volete. Rigorosamente in cammino, e in silenzio. Lasciando da parte, per un giorno, cellulari, orologi e la solita fretta che ci porta via. Venti itinerari per altrettante regioni italiane: uno per ciascuna. Itinerari per nulla classici e che difficilmente troverete in altre guide, mappe, cartine. Vie testate diverse volte, annotando sempre le differenze, i chilometri percorsi, il livello di difficoltà. Una scelta personale degli autori di queste pagine (che appena hanno un po’ di tempo libero ne approfittano per tentare nuove “fughe”), e quindi, di parte. Qualche volta sbagliando strada e perdendosi in luoghi in cui la fermata è benvoluta.  Qui il camminare è messo da parte: ci si arriva in auto, scooter, in bicicletta o addirittura a cavallo. Qualche altra sosta ce la siamo fatta raccontare da compagni di viaggio incontrati sulla strada che ci hanno spiegato come l’andar per sentieri sia diventato anche occasione di lavoro e di vita.

I percorsi potrebbero sembrare senza nesso logico. Eppure non è così. Dietro le storie che leggerete emerge quella sete di Assoluto che ogni viaggiatore, laico, cristiano ebreo o musulmano si porta dentro lo zaino del pellegrino. Dietro l’ansia di scoprire nuovi cieli e nuove terre si cela quella gioiosa inquietudine, non sempre visibile, di trovarsi erranti dello Spirito.

Perché ogni viaggio è incontro con l’altro. È scoperta di Dio nelle cose della vita, anche le più banali, come allacciarsi bene gli scarponi prima di partire. Che ci si trovi sulla Via Francigena al Gran San Bernardo o alla Città santa sul monte vicino Lecco, che ci si imbatta nel sentiero Rilke a Trieste o sulla via di Francesco nel Lazio, in Umbria, in Toscana. Che la memoria storica ci prenda per mano a Marzabotto e alle querce di Monte Sole o che cielo e terra ci facciano compagnia al Sacro Monte di Varallo Sesia, all’eremo di Pietro Celestino, con i monaci alle sorgenti del Volturno e con i boschi e la Certosa di San Bruno. Per finire con le pietre di Pantàlica, l’Abbadia di Fiastra, il Monte Ortobene di Nuoro, il villaggio Saraceno, gli ulivi di Montegrazie, l’isola di Torcello, l’Eremo della Solitudine a Monte Muto, il gran ballo dei morti in Val Rendena e sulle vie dell’angelo nel Gargano.

Percorsi per chi ama camminare. Ma niente di difficile. Basta portarsi una carta topografica del luogo, e una minima attrezzatura da escursione. Tempi e distanze da weekend familiare. Con un po’ di voglia e di fiato (i percorsi non superano quasi mai i 300-400 metri di dislivello) c’è un bel pezzetto di Italia da gustare a pieni polmoni. Monaci, eremiti, chiese, abbazie, luoghi incontaminati, gli incontri sono tanti. Da quelli letterari, Ovidio, Grazia Deledda, Ignazio Silone, Vincenzo Consolo, David Maria Turoldo, Carlo Maria Martini, Carlo Carretto, Anna Maria Cànopi, Dietrich Bonhoeffer, Dino Campana, l’anonimo della Lettera a Diogneto, Rainer Maria Rilke a personaggi storici come Celestino V; dalla musica di Mozart con il suo Requiem a quella più moderna del cantautore Fabrizio De Andrè per finire alle impressioni di un cineasta come Ingmar Bergman. I cammini sono spiegati passo dopo passo e risentono in parte dell’animo di chi li ha percorsi in quel momento. Ecco perché ai 20 itinerari regionali abbiamo aggiunto incontri dal sapore “spirituale”: un monaco racconta l’essenza del viaggio, un giornalista amante di Santiago svela la “sua” Calabria, un frate francese spiega cosa sia il goum, un’appassionata camminatrice guarda più al cielo che alla terra mentre il direttore della rivista Giovane Montagna e il responsabile dei Sentieri Frassati in Italia esprimono, non solo a parole, la loro innata passione per le vette e i monti.


Itinerari dello spirito da fare subito, appena il tempo lo permette. Anche di sabato e domenica va bene, visto la particolarità delle proposte. Gustarsi questa Italia nascosta vale davvero la pena. E “il ritorno” che se ne ha, in termini di incontri, scoperte, armonia con il creato, è infinitamente superiore a qualsiasi fatica sopportata.

Buon viaggio, allora. Buon cammino. Perché il Dio che incontrerai lungo il tuo viaggio è il Dio della porta accanto, della soglia, della città, dei crocevia, degli incroci. Un Dio che ti accompagna oltre il confine.

È qui pubblicata una selezione di percorsi estratti dal volume Sentieri per lo spirito – Trekking per tutti sui luoghi della fede scritto da Gianni Di Santo e Carlo Finocchietti per le edizioni Paoline nel 2009. Si ringraziano le Figlie di San Paolo per averne cortesemente consentito la riproduzione.

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