Toscana

Con Francesco sul monte della Verna

Un itinerario francescano. Siamo in Casentino, provincia d’Arezzo, terra di Toscana. L’Umbria non è lontana. Da Chiusi della Verna saliamo prima al Santuario, dimora di San Francesco, lungo il «sentiero natura» del Parco e di lì proseguiamo nel bosco con il «sentiero Frassati» fino a raggiungere la cima del panoramico Monte Penna. I trecento metri di dislivello non fanno paura: richiedono poca fatica e garantiscono ampia soddisfazione. Francesco ci ha insegnato a parlare con Dio attraverso la natura: quest’itinerario può diventare, se lo si vuole, una lunga preghiera che ha la forma di una salita alla montagna sacra.

Nella Bibbia la montagna è il luogo dove Dio si rivela agli uomini e li chiama ad un incontro di conversione. Così è il monte Sinai per Mosé: «Jahvé chiamò Mosé in cima alla montagna, e Mosé salì». Così è il monte Oreb per Elia: «camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb. Gli fu detto: esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Così è stata la Verna per Francesco d’Assisi, il monte delle stimmate: «nel crudo sasso intra Tevere e Arno da Cristo prese l’ultimo sigillo che le sue membra due anni portarno», come dirà Dante nel canto XI del Paradiso. E il papa Paolo VI  dirà della Verna che «a causa dell’esperienza singolare che San Francesco vi ebbe di Cristo, anime pensose lo annoverano ancora tra gli alti luoghi dello spirito». Essa ha in sé mille messaggi di bellezza, di forza, di silenzio, di ricerca, di pace... ma tutti sono solo un tenue riverbero di quella notte in cui «il Monte della Vernia parea ch’ardesse di fiamma isplendidissima, la quale risplendeva e illuminava tutti li monti e le valli d’intorno, come se fusse il sole sopra la terra».

Zaino in spalla, dagli alberghi di Chiusi della Verna raggiungiamo il centro di visita del Parco sulla strada asfaltata per Bibbiena e di lì saliamo al Santuario per il sentiero-natura chiamato “al sacro monte”. Siamo nei pressi della Via Romea Peregrinorum che, attraverso la vicina Alpe di Serra, portava a Roma i pellegrini dalla Romagna e dal sistema viario dell’Europa del Nord. L’antica strada medievale mostra qui il suo selciato costituito da piccoli blocchi di pietra disposti spesso di taglio. Più avanti incrociamo un’altra importante strada selciata che giunge dalla Beccia, ultimo tronco dell’antica mulattiera che congiungeva Bibbiena con la Verna. Un tratto di salita più ripida conduce direttamente al Santuario e al piazzale panoramico del Quadrante, introdotto da un arco romanico con la scritta Non est in toto sanctior orbe mons (Non vi è in tutto il mondo un monte più santo). San Francesco soggiornò in questo luogo in più occasioni dal 1214 sino al momento delle Stimmate ricevute nel 1224. Visitiamo le memorie francescane, la chiesa, le celle, le terrecotte smaltate dei Della Robbia. Emoziona il «sasso spicco», profonda fenditura della roccia e luogo privilegiato di meditazione del santo. Aereo e vertiginoso, il Precipizio è il luogo della contesa tra Francesco e il diavolo. Siamo attorniati da giovani pellegrini e frati sorridenti. Parte la processione salmodiante dei frati che attraversa il lungo porticato dipinto per andare a pregare nella Cappella delle Stimmate. La Verna é luogo di silenzio e di solitudine orante. Ma è anche – nel nome di Francesco – esperienza di universalità e di incontro con uomini e donne dai mille accenti. In tanti salgono alla Verna. Incrociamo il flusso costante di coloro che salgono dal comodo parcheggio e che cercano i servizi di ristoro, la farmacia e i souvenir.

Ma è ora di proseguire. Alle spalle del santuario una targa di legno indica il Sentiero Frassati che dalla Verna conduce in poco più di mezz’ora ai 1283 metri della cima-balcone di monte Penna. É un facile percorso ad anello di circa tre chilometri. Ci pare veramente bella quest’idea di aver dedicato a Pier Giorgio Frassati, in ogni regione d’Italia, un sentiero di particolare interesse naturalistico, storico e religioso. Un sentiero da percorrere ricordando il giovane di Azione Cattolica, l’universitario appassionato di Dio, l’amante della montagna, il fratello dei poveri, l’uomo delle otto beatitudini.

Il sentiero segnato, aiutato da un corrimano di legno, si arrampica ripido nel bosco di faggi e abeti secolari. Raggiunge il crinale, alto sulla fascia di rocce che regge il monte. Costeggia il Sasso di Frate Lupo, un dente di roccia dove un brigante, poi illuminato da Frate Francesco, nascondeva i suoi sequestrati. Sempre nel bosco si scorge infine la cappella della vetta. Siamo sulla cima della Penna: un balcone consente di affacciarsi sull’alta valle dell’Arno e su uno sterminato panorama di boschi oggi protetti dal Parco nazionale delle foreste casentinesi.

É un momento intenso di contemplazione e di preghiera. Sulla Verna il cielo è bellissimo e le ombre cominciano ad allungarsi. La preghiera di lode del Vespro sale spontanea dal cuore: «Tu stendi il cielo come una tenda…cammini sulle ali del vento…emergono i monti, scendono le valli…l’uomo esce al suo lavoro, per la sua fatica fino a sera…benedici il Signore, anima mia» (Salmo 103). Leggiamo anche una pagina famosa degli Atti degli Apostoli: «Dopo queste parole fu elevato in alto sotto il loro sguardo, finché una nuvola lo avvolse, nascondendolo ai loro occhi. E mentre scrutavano il cielo ed egli si andava allontanando, improvvisamente due personaggi biancovestiti apparvero accanto a loro e dissero: “O Galilei, perché rimanete a guardare il cielo? Quel Gesù or ora salito al cielo ritornerà nello stesso modo in cui lo avete visto andarvi”. Allora dal monte chiamato Oliveto, distante dalla città il tragitto del sabato, rientrarono a Gerusalemme» (Atti 1, 9-12). È vero, è ormai tempo di rientrare. Un veloce percorso nel bosco verso il monte Pennuzzo e poi in una valletta su un soffice letto di foglie, riporta al Santuario. La sera si avvicina. I turisti tornano ai bus e alle auto. Ma noi abbiamo ancora un motivo per sostare. Un debito da saldare con il poeta vagabondo Dino Campana e il diario del suo pellegrinaggio alla Verna nei Canti orfici. «Fuori il tramonto s’intorbida. Strie minacciose di ferro si gravano sui monti prospicienti lontane. Il sogno è al termine e l’anima improvvisamente sola cerca un appoggio una fede nella triste ora. Lontano si vedono lentamente sommergersi le vedette mistiche e guerriere dei castelli del Casentino. Esco: il piazzale è deserto. Seggo sul muricciolo. Figure vagano, facelle vagano e si spengono: i frati si congedano dai pellegrini. Un alito continuo e leggero soffia dalla selva in alto, ma non si ode né il frusciare della massa oscura né il suo fluire per gli antri. Una campana dalla chiesetta francescana tintinna nella tristezza del chiostro: e pare il giorno dall’ombra, il giorno piagner che si muore».

Itinerario

Cartografia: Carta dei sentieri Foreste casentinesi in scala 1:25.000 (Iga, 2008); Carta escursionistica S.EL.CA. Parco nazionale delle foreste casentinesi 1:25.000.

Tempi e dislivello: dal paese al santuario della Verna il dislivello di 180 metri si copre in 1 h 30’ tra andata e ritorno. L’anello del monte Penna aggiunge altri 150 m al dislivello richiede circa 1 h.

Note tecniche

In giro per il web

La visita virtuale dei luoghi toccati nell’itinerario può utilizzare i siti dedicati al Santuario francescano (www.santuariolaverna.org), al Parco nazionale delle Foreste casentinesi

(www.parcoforestecasentinesi.it) e all’iniziativa dei Sentieri dedicati a Piergiorgio Frassati

(www.sentierifrassati.it). Infaticabile

camminatore e pellegrino, Francesco d’Assisi ha ispirato un gran numero di progetti escursionistici.

Il Cammino di Francesco (www.camminodifrancesco.it) è un sistema di sentieri che rivive i percorsi del Santo nella Valle Santa di Rieti quando mise in scena il primo Presepio e scrisse la Regola dell'Ordine e il Cantico delle Creature. Il Sentiero Francescano della Pace (http://sentierofrancescano.provincia.perugia.it) unisce Assisi a Gubbio lungo il tragitto che Francesco percorse molte volte con i suoi frati per recarsi alla Verna.  Il Cammino di Assisi (www.camminodiassisi.it) più che un pellegrinaggio architettato  è la concatenazione di tanti brevi pellegrinaggi tradizionali che già preesistono nell’ambito locale (Assisi, La Verna, Cerbaiolo, Montecasale, Montepaolo).

Va anche visitato il sito web

(www.diquipassofrancesco.it).

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