Itinerario nella provincia di Firenze

Firenze. Il Giudizio finale nella cupola del Duomo

Le tappe dell’itinerario

La cupola di Santa Maria del Fiore fu eretta dal fiorentino Filippo Brunelleschi e si presenta ancora oggi come un saggio esemplare d’ingegneria innovativa. Per il visitatore essa è semplicemente immensa. L’interno della cupola, che originariamente doveva essere rivestito di mosaici, fu – per volere dei Medici – affidato all’aretino Giorgio Vasari perché vi dipingesse il più vasto Giudizio universale della cristianità. Vasari iniziò l’affresco nel 1572, completò la fascia più alta, ma morì nel 1574, lasciando l’opera incompiuta. Fu il marchigiano Federico Zuccari a terminare l’opera alcuni anni dopo. Il risultato suscitò entusiasmi ma anche feroci critiche per aver deturpato con le pitture la purezza rinascimentale dell’architettura brunelleschiana. Un madrigale del Lasca dirà, ad esempio: «Ringraziato sia ‘l ciel! Pur s’è veduto / la cupola scoperta / più e più giorni stare; / e quel tempo è venuto, / che ognuno a suo piacere / l’ha potuta vedere / e ben considerare, / e dirne apertamente il suo parere. / Io voglio il mio tacere, / ma ben quel raccontare / del popol tutto che generalmente / torcendo il grifo dice che gli pare / che al mondo non si sia / mai fatto la maggiore gagliofferia, / e i due pittor non resta d’ingiuriare». L’interesse dell’opera sta anche nelle relazioni tra l’iconografia e la teologia controriformista; quest’opera è un esempio da manuale di come il programma d’immagini sia stato interamente impostato e articolato da un teologo (il dotto benedettino Vincenzo Borghini), eseguito da due artisti (Vasari e Zuccari) e finanziato da un principe (Cosimo I de’ Medici): una sorta di triangolo “trono-altare-pennello”.


I 3600 metri quadrati di superficie del dipinto sono distribuiti negli otto spicchi verticali della cupola. Ciascuno di questi è individuato da un numero, dall’orientamento verso i punti cardinali e verso i diversi ambienti del Duomo. Così, ad esempio, lo spicchio principale dedicato al Cristo giudice è il numero cinque, con orientamento a est e alla tribuna del Corpus Domini. Scrive Borghini nella sua “Invenzione per la pittura della cupola”: «et perché gli spicchi sono otto, et così ne avanza uno: quello del mezzo, et principale, io l’atribuirei specialmente al Tribunale di Iesu Christo; et così tornerebbe bene che la Maiestà Divina fusse separata et distinta, et non venissi insieme compresa fra le sue creature: et insieme accomoderebbe noi di non havere a rompere il sito da quel che gli è, o crescere, o sminuire questi numeri della Chiesa, de’ Sacramenti, de’ Doni dello Spirito Santo, delle Virtù opposte a’ Peccati Mortali, Opere della Misericordia, et simile, che son di sette». La soluzione individuata da Borghini risolve brillantemente il problema degli otto spicchi, attribuendo le serie di sette (Doni dello Spirito, Virtù, Beatitudini, Vizi capitali) ai sette settori e riservando l’ottavo spicchio a Gesù Cristo e alla corte celeste. Ogni settore comprende tre Seniori dell’Apocalisse con cetre, gigli e corone; un coro angelico con gli strumenti della Passione di Gesù; una categoria di santi e di eletti; una triade personificante un dono dello Spirito santo, una virtù, una beatitudine, tra due angeli tubicini; una regione infernale con la punizione di un peccato capitale. Le figure in alto sono collocate in cielo, su terrazze di nuvole; in basso le figure occupano un paesaggio terrestre caratterizzato da una pianura indistinta, dove avviene la risurrezione dei morti, e dagli accessi al sulfureo mondo infero. Di seguito descriviamo la struttura iconografica degli otto settori (o spicchi, o angoli) seguendo la “Dichiarazione della invenzione della pittura della cupola” presentata dal Vasari al principe Francesco dei Medici.


Gli otto settori


Il primo settore è orientato a est, sopra la cappella del Corpo di Cristo. Vi sono raffigurati i Seniori dell’Apocalisse, gli angeli con l’Ecce Homo, i cherubini e i serafini, Gesù Cristo con Dio Padre e lo Spirito Santo, gli intercessori Maria e Giovanni Battista, i progenitori Adamo ed Eva, i libri aperti e chiusi, i santi fiorentini (Zanobi, Miniato, Reparata, Giovanni Gualberto, Antonino, Cosma e Damiano); i cieli stellato, primo mobile ed empireo; le virtù della fede, della speranza e della carità; la chiesa trionfante; il tempo e le stagioni; la sconfitta dell dolore e dellala morte.

Il secondo settore è orientato a nord-est, sopra la sacrestia nuova. Vi sono raffigurati i Seniori, gli angeli che mostrano la croce, i troni, i patriarchi, gli apostoli; il dono dello Spirito santo è la sapienza, la beatitudine dei pacifici, la virtù della dilezione; sotto il cielo di Saturno gli angeli aiutano i pacifici a salire in cielo e mandano gli invidiosi all’inferno; il peccato capitale d’invidia; l’animale è l’idra.

Il terzo settore è orientato a sud-ovest, sopra la cappella della Croce. Vi sono raffigurati i Seniori, gli angeli con la corona di spine e la tenaglia, i principati con corona e scettro, i re, i principi e le potestà secolari; il dono dello spirito è il consiglio; la beatitudine è ‘beati i misericordiosi’; la virtù è la giustizia; sotto il cielo di Mercurio gli angeli tirano al cielo i misericordiosi e mandano all’inferno gli avari; il peccato capitale è l’avarizia; l’animale è il rospo.

Il quarto settore è orientato al nord, sopra la navata verso la Nunziata. Vi sono raffigurati i Seniori, gli angeli con la colonna della flagellazione, le potestà con le vesti bianche, i pontefici, i vescovi e i sacerdoti; il dono dello spirito è l’intelletto; la beatitudine è ‘beati i miti’; la virtù è la prudenza; sotto il cielo di Giove gli angeli tirano al cielo i beati e cacciano all’inferno gli accidiosi; il vizio capitale è l’accidia; l’animale è l’asino.

Il quinto settore è orientato a ovest, sopra la nave di mezzo. Vi sono raffigurati i Seniori, gli angeli che mostrano la veste di Gesù, le donne maritate e le vedove, il popolo cristiano con i ricchi e i poveri; il dono dello spirito è il timor di Dio; la beatititudine è ‘beati i poveri in spirito’; la virtù è l’umiltà; sotto il cielo della Luna vediamo la caduta degli angeli ribelli e Lucifero; il vizio capitale è la superbia.

Il sesto settore è orientato a nord-ovest, sopra la navata della Canonica. Vi sono raffigurati i Seniori, gli angeli con le sferze della flagellazione, gli arcangeli coronati di fiori, le religiose e le sante vergini; il dono dello spirito è la pietà; la beatitudine è ‘beati i puri di cuore’; la virtù è la temperanza; sotto il cielo di Venere gli angeli tirano su al cielo i casti e cacciano all’inferno i lussuriosi; il vizio capitale è la lussuria; l’animale è il porco selvatico.

Il settimo settore è orientato a sud, sopra la cappella di Sant’Antonio. Vi sono raffigurati i Seniori, gli angeli che mostrano la spugna, le dominazioni con raggere e libri, i profeti, i dottori della chiesa; il dono dello spirito è la scienza; la beatitudine è ‘beati quelli che hanno fame e sete di giustizia’; la virtù è la sobrietà; sotto il cielo del Sole gli angeli tirano su in cielo gli astinenti e mandano all’inferno i Golosi, Il vizio capitale è la gola; l’animale è Cerbero.

L’ottavo settore è orientato a sud-est, sopra la Sacrestia vecchia. Vi sono raffigurati i Seniori, gli angeli con la lancia, le virtù con elmo e croce rossa, i patriarchi, i martiri, gli apostoli; il dono è la fortezza; la beatitudine è ‘beati i perseguitati’; la virtù è la pazienza; sotto il cielo di Marte gli angeli tirano i pazienti al cielo e mandano gl’iracondi all’inferno; il vizio capitale è l’ira; l’animale è l’orso.


I seniori dell’apocalisse


Intorno al tabernacolo, il trono di Dio, nella parte più alta della cupola, sono ritratti i ventiquattro seniori a gruppi di tre e in dimensioni gigantesche. Viene richiamata la visione dell’Apocalisse: «Attorno al trono c'erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro anziani avvolti in candide vesti con corone d'oro sul capo. I ventiquattro anziani si prostrarono davanti all'Agnello, avendo ciascuno una cetra e coppe d'oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi, e cantavano un canto nuovo » (4,4; 5,8). Sono altresì raffigurati i simboli degli evangelisti e degli apostoli.


Il giudice e il tribunale celeste


Gesù è il protagonista del giudizio finale; è assiso sulle nuvole, con le stimmate, sullo sfondo sfolgorante della gloria del paradiso; la mano destra è sollevata nel gesto dell’accoglienza per i beati; la mano sinistra, abbassata, respinge i dannati. Lo affiancano l’arcangelo Gabriele, con il giglio della misericordia, e l’arcangelo Michele, con lo scudo e la spada della giustizia pronta a eseguire la sentenza divina. La presenza di Adamo ed Eva, i due progenitori rivestiti di foglie di fico, richiama il peccato originale, la storia della salvezza e la redenzione portata da Gesù. A intercedere per l’umanità risorta sono i due avvocati difensori: Maria, la madre di Gesù, e Giovani Battista, con l’abito eremitico del deserto. La fine del mondo è simbolizzata dall’angioletto che inchioda il cielo e blocca il flusso dei giorni e delle stagioni. Sono poi raffigurate le tre virtù teologali, con la carità in evidenza (mostra il cuore ed è attorniata da bambini), la speranza in preghiera e la fede con la croce. La fine del tempo è simbolizzata da un vecchio Saturno che spezza la clessidra; lo affiancano l’anziano Passato e il giovinetto futuro mentre ai lati vediamo l’addormentarsi della Natura e delle Stagioni sue figlie. La Chiesa militante e terrena si spoglia delle armi e si muta nella chiesa trionfante. La Morte, definitivamente sconfitta, spezza la falce; cessano per sempre affanni e malattie.


Il Paradiso


Il gruppo degli Apostoli comprende San Pietro (con le chiavi), San Giovanni (con il vangelo) e San Paolo (con la spada). Al loro fianco siedono gli evangelisti Luca (con il bue) e Giovanni (con l’aquila). Tra i Martiri si riconoscono San Sebastiano (con la freccia), San Lorenzo (con la graticola) e Santo Stefano (con le pietre della lapidazione). Ci sono poi i Dottori della Chiesa (tra i quali compare l’immagine di Dante Alighieri) e le gerarchie ecclesiastiche (papi, cardinali, vescovi). Nel gruppo dei religiosi sono compresi San Francesco d’Assisi (con le stimmate), San Romualdo (con l’abito bianco, il pastorale, la corona del rosario e il modellino dell’eremo) e Sant’Antonio da Padova (con il libro e il giglio). Nel gruppo dei sovrani sono ritratti Cosimo e Francesco de’ Medici e Francesco I di Francia. Nel gruppo delle donne sante vediamo la Maddalena (con il vasetto del profumo), Santa Lucia (privata della vista) e Santa Caterina da Siena (con il libro della dottrina e il giglio della purezza).  Tra il Popolo di Dio figurano molti amici e parenti di Federico Zuccari: accanto al suo autoritratto (con la tavolozza dei colori in mano), compaiono i genitori, il fratello Taddeo, il Vasari, il banchiere Simone Corsi, il teologo Vincenzo Borghini, le maestranze del cantiere; numerosi sono i bambini, a causa della particolare predilezione per loro da parte di Gesù.


Virtù, Doni e Beatitudini


La griglia dottrinaria di Vincenzo Borghini prevedeva la raffigurazione delle triadi, ovvero la personificazione delle Beatitudini, dei Doni dello Spirito santo e delle Virtù.

Le sette Beatitudini sono inserite nel vangelo di Matteo e sono citate da Borghini nel latino della Vulgata: “Beati pauperes spiritu” (con la terra ai piedi e accolti in cielo); “Beati qui lugent” (una donna in pianto che si copre il volto); “Beati mites”; “Beati, qui esuriunt et sitiunt iustitiam”; “Beati misericordes” (una donna che allarga il mantello); “Beati pacifici” (una donna che depone le armi e alza il ramoscello d’ulivo); “Beati, qui persecutionem patiuntur propter iustitiam”.
I sette doni dello Spirito Santo sono, nell’ordine, la Sapienza (che guarda a Dio), l’Intelletto (che distribuisce fiori), il Consiglio (un anziano che riceve il suggerimento di un angelo), la Fortezza (con l’armatura), la Scienza (con un libro, distribuisce tesori), la Pietà (col cuore in mano) e il Timor di Dio.

Le virtù - escluse le tre virtù teologali di Fede, Speranza e Carità, collocate nello spicchio di Gesù giudice - sono la Generosità (con i bambini), la Pazienza (col giogo), la Prudenza (con lo specchio e il serpente), la Vigilanza, la Giustizia (con la spada), la Temperanza, l’Umiltà (con l’agnello).


L’Inferno


Le scene infernali - dovute al pennello dello Zuccari - sono inquadrate, in alto, dai libri delle coscienze macchiate sorretti da diavoletti mostruosi e, negli spigoli, da quattro candelieri (simboleggianti la salvezza dell’anima) e da quattro macabri cadaveri scarnificati (che alludono alla dannazione). L’Inferno è reso nella forma di caverne fiammeggianti, presidiate da diavoli atletici e teratologici che scaricano anime di dannati e usano i forconi per precipitarle nel fondo. Nel punto più remoto della cupola, alla massima distanza da Gesù, Lucifero è conficcato sul fondo e con le sue tre bocche divora altrettanti superbi. Ogni settore è destinato alla punizione di un vizio capitale: i peccatori, insidiati da animali simbolici, subiscono la pena del contrappasso. I lussuriosi sono inseguiti da un porco selvatico e subiscono la bruciatura degli organi genitali. Gli accidiosi subiscono l’assalto di un asino. Un rospo percuote e strangola gli avari con le scarselle di monete che pendono loro dal collo. Gli iracondi sono associati all’orso. Gli invidiosi sono assediati da serpentelli e spaventati da un’idra dalle sette teste. I golosi sono inseguiti dal cane Cerbero dalle tre teste.

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