Itinerario nella provincia di Pisa

Pisa. Il pulpito di Giovanni Pisano in Cattedrale

Le tappe dell’itinerario

Nel 1063 le navi pisane riescono a infliggere una pesante sconfitta alla flotta musulmana. La grande vittoria è celebrata dai pisani con la decisione di erigere al limite della città la nuova cattedrale dedicata a Santa Maria Maggiore, creazione dell’architetto Buscheto. Il Duomo contiene un gran numero di opere d’arte e tra queste il pergamo, la tribuna rialzata usata per la predicazione. Il pulpito è commissionato a Giovanni Pisano ed è eseguito dal maestro con l’aiuto dei suoi collaboratori negli anni dal 1302 al 1310. Dopo varie vicissitudini (un incendio, lo smembramento, la dispersione di alcuni pezzi) esso è stato ricomposto nel 1926 in fondo alla navata centrale, a sinistra, prima del transetto. Il programma iconografico delle sculture è ricchissimo, dalla statuaria (virtù teologali, virtù cardinali, sibille, profeti, evangelisti, arti del trivio e del quadrivio, leoni stilofori, San Michele, Ercole) fino alle scene raffigurate nei nove riquadri in alto (Annunciazione e nascita del Battista; Natività di Gesù; Adorazione dei Magi; Presentazione al tempio e fuga in Egitto; Strage degli innocenti; Passione di Cristo; Crocifissione; Giudizio universale).


Il tema del Giudizio universale è descritto su due pannelli incernierati intorno all'immagine del Cristo. Il Giudice siede sul trono e mostra le piaghe della passione sulla mano, sul piede e – attraverso uno strappo della tunica - sul costato. Gli fanno corona gli angeli. Due sono intorno al trono. Altri due in basso mostrano ai risorti le arma Christi: la croce, i flagelli, i chiodi e la lancia.


Il pannello a sinistra ha per protagonisti i beati. Il ruolo più importante è affidato a Maria. La vediamo scortata dall’arcangelo mentre si rivolge al Figlio nella preghiera d’intercessione, mentre accoglie un papa e il corteo dei beati e infine mentre si rivolge al Figlio a favore di un risorto. In alto i dodici apostoli siedono sui troni del tribunale celeste. In basso i risorgenti, nudi o ancora avvolti nel sudario, escono dai loro sepolcri e guardano al giudice in attesa della sentenza. Nella fascia centrale vediamo i salvati, uomini e donne, con i copricapi che ne identificano lo status.


Il pannello di destra, l’ultimo del pulpito, è occupato dai dannati.  Le milizie celesti, in alto, provvedono alla separazione dei buoni dai cattivi. Un gruppetto di risorti ottiene la corona della vittoria e si dirige verso Cristo giudice e la beatitudine del paradiso. Splendido è l’abbraccio tra i due coniugi che ritrovano santificato in cielo l’amore che li ha legati in vita. Tutt’altro è lo stato d’animo dei reprobi. Li vediamo sconvolti dalla notizia della loro condanna e inorriditi di fronte al destino che li attende. Il viso coperto dalle mani esprime il rifiuto di prendere coscienza delle conseguenze del proprio peccato. Ma è solo un attimo. Sferzati dagli angeli vindici e sterminatori, i dannati fuggono atterriti e cadono nelle mani dei diavoli, nelle fauci dei mostri infernali e nella gola del Leviatano. Un Lucifero dalle forme di Fauno selvatico seleziona accuratamente i peggiori e li sottopone al suo abbraccio oltraggioso.

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