Le tappe dell’itinerario

Le capanne di pietra


I ricoveri di pietra in montagna erano ovviamente molto spartani, ma non mancavano il focolare, un giaciglio per la notte e i ripostigli per gli oggetti di vita quotidiana. Osservando con attenzione queste costruzioni è possibile rendersi conto della loro funzionalità e dell’ingegnosità con cui i costruttori hanno saputo conciliare le esigenze delle attività agricole e pastorali alla morfologia del territorio, all’ambiente circostante e ai materiali disponibili. E’ possibile infatti distinguere i locali destinati all’alloggio, meglio rifiniti, ed a volte con pavimentazione in pietre e aperture per l’uscita del fumo, i locali per il ricovero degli animali, i fienili. Facilmente riconoscibili sono i mungitoi, in quanto in genere si tratta di locali con due aperture collegate a stazzi distinti, in modo che risultasse agevole separare gli animali già munti da quelli ancora da mungere. Nei casi in cui il recinto era unico, questo poteva comunque essere diviso in due da divisori mobili realizzati con reti e pali di legno. Non va tuttavia dimenticato che questi complessi erano a servizio non solo delle attività̀ di pastorizia, ma anche di quelle agricole; i loro possessori non erano tanto i pastori transumanti che conducevano greggi composte da centinaia di capi, quanto gli agricoltori locali che durante il periodo estivo si trasferivano in montagna per coltivare i campi e portare al pascolo i pochi capi che possedevano. Non a caso, generalmente le strutture comprendono anche locali per il deposito dei prodotti e degli attrezzi.


L’itinerario


L’escursione ha inizio dal Piano delle Cappelle, al km 11,200 della strada provinciale che da Lettomanoppello sale a Passo Lanciano. Lasciata a sinistra una strada sterrata e il successivo parco della Madonna della Neve, il sentiero, tabellato e segnato con le bandierine bianco-rosse, risale il pendio, costeggia una stalla sociale moderna e segue per un tratto il  fosso, per poi scavalcarlo e salire sulla destra a raggiungere il crinale della Cerratina. Qui il vecchio tratturo pastorale bordato dai sassi riacquista la sua chiara identità e procede seguendo fedelmente la cresta. Le capanne di pietra si distribuiscono sul pendio, accanto o a breve distanza dal tratturo. I campicelli terrazzati si alternano ai recinti degli stazzi e a qualche boschetto salvatosi dall’incendio. Si osservano alcuni complessi pastorali più articolati, formati da due o più capanne, coordinati con i recinti comunicanti attraverso il mungitoio. Al bivio di quota 1010, segnalato da paline, si lascia a sinistra il sentiero che scende (lo si percorrerà al ritorno) e si procede ancora lungamente sulla cresta fino a incontrare il bosco. Al successivo bivio di quota 1257 lasciamo il sentiero che prosegue verso Castelluccio e Passo Lanciano e scendiamo a sinistra sul tratturo segnato che percorre la regione delle Mandrelle. Il tratturo segue il percorso di un fosso ed è ben individuato dagli alti muretti di pietra che lo fiancheggiano, ma è sassoso e scomodo. I prati che attraversiamo sono il regno della pietra: i campicelli un tempo coltivati sono meticolosamente recintati e sostenuti da terrazzini di pietra. Le capanne di servizio si fanno più rade e sono spesso dirute; ma si addensano più numerose intorno alla vecchia fonte a trocchi di Santa Maria, circondata da pietre incise dai nomi dei nuovi pastori provenienti dai Balcani. Greggi e mandrie si affollano intorno al nuovo fontanile costruito su un poggetto. Dalla fonte si prende la via del ritorno seguendo i sentierini in quota che raggiungono la cresta ai limiti del bosco di Cerratina e chiudono l’anello al bivio di quota 1010. Sul tratturo percorso all’andata si torna al punto di partenza. In alternativa, dalla fonte si può scendere sulla stradina a fondo naturale, costruita a servizio della vicina cava dismessa e percorrerla a ritroso fino alla stalla sociale, a pochi metri dalla partenza del nostro sentiero.

Tempo di percorrenza: circa 3 ore. Dislivello: circa 400 metri.

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Itinerari

Le capanne di pietra della Maiella. L’anello della Cerratina

Alle pendici settentrionali della Maiella, il largo declivio che da Lettomanoppello risale verso le faggete di Passo Lanciano, ospita la più grande concentrazione di capanne di pietra. Sono casette a cupola che richiamano i prototipi mediterranei a tholos della civiltà greca e che somigliano ai nuraghi sardi e ai trulli pugliesi. Costruite con pietre a secco sovrapposte e rastremate in alto, le capanne hanno taglie diverse, dalle più piccole che sono destinate a magazzino, alle più grandi, in grado di ospitare persone. Molto bene ha fatto il Parco nazionale della Maiella a individuare e segnalare un percorso ad anello sulla direttrice del tratturo di monticazione che sale da Lettomanoppello ai pascoli della Maielletta. I pendii al margine del bosco di Cerratina sono stati modellati dall’uomo, che vi ha realizzato vie pastorali particolarmente curate, fiancheggiate da muretti in pietra ben conservati, gradoni nelle poche vallette che disponevano di terreno coltivabile, stazzi circondati da muri e numerose capanne sparse un po’ ovunque. L’interesse dell’escursione è disturbato dagli esiti ancora visibili del devastante incendio del 2007 che ha martoriato il rimboschimento di Cerratina, ma è gratificato dal panorama decisamente spettacolare di cui si gode lungo tutto il percorso e che abbraccia la valle del fiume Pescara, parte delle colline teatine e un buon tratto della costa adriatica.

L’Italia della pietra a secco

Passeggiate tra i monumenti dell’architettura spontanea

Per approfondire

Una schedatura delle capanne della Maiella, completa di foto, descrizioni, mappe dei sentieri e georeferenziazione dei siti è disponibile nella pubblicazione del Parco nazionale della Majella “Paesaggio agrario distribuito” diffusa gratuitamente nei centri di visita e scaricabile liberamente dal sito istituzionale:

www.parcomajella.it/. Si segnalano comunque la Carta Turistica del Parco in scala 1:50.000 e la Carta dei sentieri del gruppo della Majella, edita da SER su base Igm in scala 1:25.000. Presso l’ufficio turistico del comune di Lettomanoppello sono disponibili opuscoli e informazioni sui sentieri e sui percorsi locali. Particolarmente interessanti sono gli itinerari di archeologia industriale delle miniere della zona. Da vedere sono anche le numerose scultura in pietra locale opera degli artigiani locali.

La ricognizione del percorso è stata effettuata il 30 maggio 2015