Il parco rupestre di Lama d’Antico

Lama d’Antico scende dalle alture della Murgia di Fasano e si dirige verso il mare con direzione sud-ovest/nord-est. Brutalmente tagliata in due dalla ferrovia è stata però tutelata e valorizzata da un parco esemplare per strutture e potenzialità didattiche. Il parco esalta innanzitutto il connubio tra la vegetazione naturale e il paesaggio agrario degli oliveti, dei carrubi e delle masserie. Ma ha anche la pazienza di spiegare ai suoi stupiti visitatori i modi ingegnosi del vivere in grotta e le forme della vita comunitaria in un villaggio rupestre. Il villaggio conserva ancora leggibili gli spazi destinati ad abitazione, le stalle, gli opifici artigiani, i forni e i frantoi, le cisterne e le cave, gli spazi comunitari, organizzati intorno al fulcro del villaggio rappresentato dalla chiesa rupestre affrescata. Le grotte visitabili sono una ventina e sono disposte su più livelli sui due fianchi della lama, collegate da sentieri o scalette intagliate nella roccia. Il Parco continua al di là della ferrovia, visitabile però separatamente, con il sistema di grotte che collega le due chiese affrescate di San Lorenzo e di San Giovanni.

L’itinerario


L’accesso al parco si trova sulla strada provinciale che collega Fasano al borgo marino di Savelletri. Scendendo da Fasano o dalla statale 16 in direzione della stazione si traversa la linea ferroviaria e immediatamente dopo si svolta a destra guidati dai cartelli turistici. Dal cancello d’ingresso si raggiunge in breve il parcheggio e il centro di visita. A piedi si scende nella lama. Il fondo è attraversato dal solco del ruscello e bordato da grandi ulivi, protetti da lunette di pietra, da contorti carrubi e da cascate di piante di cappero. Le due pareti della lama ospitano un’ininterrotta serie di grotte, aperte e visibili, oppure incastonate negli anfratti e nei recessi più nascosti. Il passaggio dall’uno all’altro versante è agevolato da tre ponticelli. Seguendo verso sud la base dello spalto settentrionale si visitano due grandi grotte-abitazioni e si raggiunge subito la maggiore attrazione della lama, la chiesa rupestre di Lama d’Antico. Se ne ammirano le due absidi, gli altari, la doppia navata, gli archi traforati di collegamento, gli archetti parietali, la deesis e la serie di santi affrescati. Opere di sostegno e di copertura contrastano i crolli e agevolano l’ingresso dei visitatori. Due pozzi-cisterna e una cappella secondaria completano l’ambiente ecclesiale, decorato da ciuffi di macchia mediterranea. Seguono numerose grotte annidate negli spalti protetti dalla vegetazione e una grande cavità aperta che funzionava da stalla per gli animali del villaggio. Traversato il ponticello si continua l’esplorazione della lama e del sistema di grotte del versante opposto. Una di queste, di fronte alla chiesa, consente di approfondire il sistema di approvvigionamento dell’acqua grazie a canalette di adduzione e la sua conservazione in cisterne comuni, dotate di sistemi di depurazione e decantazione. Altro elemento interessante per la vita del villaggio è la presenza di cave esterne e interne alle grotte, dove venivano tagliati i blocchetti di tufo necessari per le opere interne e per il prolungamento esterno dei vani ipogei. Ma l’interesse maggiore va certamente alle numerose grotte-abitazione che si susseguono nella lama: i segni interni (le prese d’aria, i camini, le alcove, porte e finestre, le caviglie cui appendere culle e alimenti, le nicchie, la dispensa, la vasca per l’acqua, i silos per i cereali, i fori dei pali di sostegno) consentono di ricostruire i modi di vita in grotta e, talora, la convivenza tra gli uomini e gli animali domestici. Alcune nicchie nella roccia fanno pensare a un possibile apiario. Varcato il ponte, in fondo alla lama, lontano dalle abitazioni, si raggiunge infine un laboratorio artigianale rupestre, probabilmente destinato alla lavorazione di pelli e tessuti. Colpisce il sistema di vaschette e canali di scarico delle acque luride scavato sul pavimento. Tale laboratorio è stato successivamente trasformato in ovile e dotato di un grande camino per la lavorazione del latte. Rientrati al centro di visita è possibile rileggere i temi di vita del villaggio su pannelli informativi a colori.

Per approfondire

Testi di riferimento sono le ricerche di Antonio Chionna raccolte sotto il titolo di Il villaggio rupestre di Lama d’Antico  e Gli insediamenti rupestri nel territorio di Fasano. Schede sulla Lama d’Antico sono reperibili nel sito

www.mondimedievali.net e nel sito della Fondazione San Domenico. Le guide dell’Associazione Gnathia (pagina su Facebook) offrono visite guidate alla Lama d’Antico, alla Lama di San Giovanni e San Lorenzo e agli altri siti rupestri dell’area. L’Ecomuseo della valle d’Itria (www.ecomuseovalleditria.it) è un museo diffuso della cultura materiale che nel territorio delle Murge forma un vero e proprio sistema fondato sui trulli, masserie, iazzili, tratturi, muretti a secco e sulle capacità artigianali di lavorare la pietra, il ferro, il legno, la ceramica e la terracotta.

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