Massafra. La gravina della Madonna della Scala

Osservata dal piazzale in alto, la gravina di Massafra offre il suo consueto spettacolo. Il candore del santuario della Madonna della Scala contrasta col verde della rigogliosa vegetazione sul fondo, con il colore scuro delle pareti del canyon e con la moltitudine degli occhi neri delle grotte. Ma la nostra guida richiama l’attenzione sui crolli avvenuti sulla cornice rocciosa della gravina e ci racconta i devastanti effetti dell’ultima alluvione che ha spazzato via tutta la vegetazione, denudato le pareti, cancellato il sentiero sul fondo e riempito l’alveo di detriti trascinati dall’onda distruttiva.




1 - Ambienti rupestri della gravina di Massafra


Come sempre, però, c’è stata la rinascita. Un nuovo manto verde ha avvolto misericordiosamente la gravina e nascosto le brutture. E così la visita può partire. La scalinata. Il santuario settecentesco. L’immagine della Madonna Odigitria. I cervi scolpiti della leggenda. Il vecchio sentiero è ormai scomparso. Lo sostituisce una nuova traccia, scomoda e tortuosa. La guida batte continuamente le mani, nella speranza di intimorire e mettere in fuga la fauna più sgradita. Ma infine si va. E la gravina mette finalmente in mostra i suoi tesori.




2 - Il santuario della Madonna della Scala


Il villaggio rupestre

La parte centrale del grande burrone è sede di un villaggio trogloditico che, nonostante i crolli e le alluvioni, conserva ancora oggi le strutture originarie che sono poi tipiche anche dei modi di vita dei villaggi costruiti.




3 - L'ingresso di un'abitazione rupestre con le canalette per la raccolta dell'acqua


Lungo il percorso si visitano grotte utilizzate come abitazioni, articolate in due o tre vani destinati a camera da letto, soggiorno e cucina. Si notano la posizione del fuoco vicina all’ingresso, le nicchie sulle pareti per gli oggetti e l’illuminazione, i pozzetti per lo stivaggio dei cereali e dei legumi, la cisterna esterna per la raccolta dell’acqua.




4 - Deposito di derrate


Altre cavità, talvolta dotate di mangiatoia e vasca di abbeverata, sono destinate agli animali domestici: sono stalle, pollai, conigliere, ovili e alveari. Alcune grotte ospitano i laboratori artigiani per la vinificazione, la spremitura delle olive, la panificazione. L'espansione urbanistica del villaggio è avvenuta dal basso verso l'alto: in alcuni punti si scorgono i diversi livelli sovrapposti di abitazioni, collegati da scale e cenge aeree.




5 - Trappeto


La grotta del Ciclope




6 - La grotta del ciclope


L’ampio sgrottamento che si apre alla base della parete della gravina è stato suggestivamente interpretato come l’antro del Ciclope, rievocando il celebre episodio di Ulisse e Polifemo nell’Odissea.




7 - La fornace


Più prosaicamente la grotta, per le sue grandi dimensioni e l’ampia platea, può essere interpretata come una sorta di agorà e luogo di riunione della comunità del villaggio. La presenza di una fornace ne fa anche ipotizzare una destinazione artigiana e commerciale.


La farmacia del Mago Greguro




8 - Le grotte in serie


Il nome è sicuramente efficace sul piano della comunicazione turistica. Ed è comprensibile che la “farmacia di Mago Greguro” sia diventata l’attrazione principale della gravina. Si aggiunga che questo condominio di “grotte in serie” - dodici cavità intercomunicanti - con le finestre aperte sul vuoto, è scavato in alto, sullo spalto del costone tufaceo della gravina ed è irraggiungibile perché senza vie di accesso. Ce n’è abbastanza per scatenare la fantasia dei favolisti e la ridda d’interpretazioni degli studiosi.




9 - L'accesso alla grotta


Molti anni fa riuscii a salire aggrappandomi a una robusta corda e sfruttando le tacche di una “pedagna” incisa sulla parete. Questa volta la salita è facilitata da una scala esterna appoggiata alla parete e da una seconda scala interna. Ma resta la necessità di qualche acrobazia contorsionistica per divincolarsi tra le architetture interne e l’obbligo di strisciare attraverso i pertugi di collegamento per accedere le stanze. Le stanze di maggiore impatto sono quelle rivestite da una fitta rete di nicchiette scavate nelle pareti.




10 - La colombaia


È facile riconoscervi la tradizionale colombaia per l’allevamento dei piccioni. Ma è certamente più intrigante interpretarla come la gigantesca scaffalatura della farmacia nella quale il mago Greguro e sua figlia Margheritella riponevano le erbe e gli arbusti medicinali che raccoglievano in gravina.




11 - Interno con cisterna


Per interpretare l’evoluzione e le funzioni della “farmacia” (monastero, laboratorio artigiano, santuario ipogeo, rifugio di sicurezza) è più opportuno affidarsi ai numerosi e seri studiosi della civiltà rupestre.




12 - I vani interni


La chiesa rupestre

La chiesa della Madonna della Buona Nuova era uno dei centri cultuali della popolosa comunità di villaggio della gravina. Pur martoriata dai lavori di costruzione del santuario essa mostra ancora ai visitatori un bel repertorio di affreschi rupestri. Si osserva una monumentale Deesis trecentesca, con Cristo Pantocratore al centro tra la Vergine e San Giovanni Battista.




13 - Santa Caterina d'Alessandria


É facile interpretare le immagini dei santi: Lucia ha gli occhi nella patena; Caterina d’Alessandria ha la corona di regina e la ruota dentata del martirio; Vito ha i cani al guinzaglio. Spicca soprattutto l’immagine della Madonna della Buona Nuova, sintesi di sensibilità bizantina rinnovata dalla scuola pittorica toscana.




14 - La Madonna della Buona Nuova


(La visita è stata effettuata il 19 luglio 2016)

 
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