Itinerario nell’Aldilà degli Etruschi

Lo sguardo della Gorgone

Le tappe dell’itinerario

Scolpito sul frontone dell’aula funebre o sulla facciata delle urne di tufo, un viso di donna fissa negli occhi i visitatori delle tombe etrusche. Si tratta di un viso severo, spesso gradevole ma inquietante, talvolta invece ghignante e ripugnante, con una capigliatura repellente, viscida di serpi intraprendenti e velenose. È il volto della Medusa. Con le sorelle Steno ed Eurialo, creature infernali dette Gorgoni (le Terribili), Medusa abitava al di là dell’Oceano, nella dimora della Notte. Le Gorgoni erano le “guardiane della soglia” tra il mondo dei vivi e quello dei morti, le custodi dell’ingresso nel regno di Persefone, le buttafuori di quei rari viventi che tentassero di varcarne il confine. Nel mito la bella Medusa suscita l’amore di Poseidone, dio del mare, ma scatena l’invidia delle altre dee. La vendetta di Atena trasforma la rivale in una spaventosa creatura dal corpo ricoperto di squame, con mani di bronzo e ali d’oro; il viso incantevole è mutato in un’orrida maschera, con zanne aguzze che fuoriescono dalla bocca, fissata in un ghigno grottesco, mentre un groviglio ondeggiante di serpenti velenosi sostituisce la splendida chioma dorata. Lo sguardo di Medusa diventa mortale e pietrifica inesorabilmente chi osa avvicinarla.

Sarà l’eroe Perseo a liberare l’umanità dal maleficio della Medusa. Grazie a un falcetto affilatissimo e a qualche aiutino delle divinità dell’Olimpo, Perseo le taglierà la testa e darà ispirazione a opere celebri di Caravaggio e Benvenuto Cellini.

La testa recisa di Medusa e il potere sinistro del suo sguardo diventano così, prima nel mondo greco e poi in quello etrusco, la simbolica figurazione della morte. La gorgoneion si afferma come abituale decorazione delle antefisse, delle protomi dei monumenti funerari, delle urne cinerarie. I visitatori di necropoli e musei incappano continuamente in quel volto di pietra. Quegli occhi spalancati e inquietanti, s’inchiodano in quelli di chi guarda. Poi il volto della Medusa finisce per acquisire una valenza apotropaica e si trasforma progressivamente in un’assicurazione contro i rischi. La minaccia contenuta nello sguardo si muta in protezione. E la Gorgone che uccide con gli occhi finisce con l’assumere una funzione di tutela, vigilando come “guardiana della soglia” sulle forze avverse che si aggirano tra gli uomini. Il potere del suo sguardo allontana ogni influsso negativo.

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