Itinerario nell’Aldilà degli Etruschi

L’Oltretomba etrusco

Le tappe dell’itinerario

Del popolo etrusco non conosciamo né una Bibbia né un libro dell’Apocalisse. Nella totale assenza di fonti scritte quel che noi sappiamo sull’Aldilà degli Etruschi lo impariamo solo visitandone le tombe e le necropoli. Le immagini dipinte sulle pareti delle tombe e le sculture dei sarcofaghi e delle urne funerarie forniscono un quadro d’indizi sui rituali della fine e sulle credenze etrusche relative al futuro oltremondano degli uomini.

Le testimonianze più antiche ci riferiscono che il futuro oltremondano etrusco è in realtà una prosecuzione della vita terrena. I congiunti del defunto ne vogliono far sopravvivere l’individualità e perpetuare la memoria. La tomba è allora una riproduzione dell’abitazione del vivo, riempita dei suoi oggetti d’uso comune (dai gioielli alle armi, dai cibi alle bevande, dagli arredi ai giochi) e affrescata delle scene della “dolce vita” (banchetti, gare atletiche, musicisti e danzatori). Addirittura il defunto o la defunta sono riprodotti nelle loro fattezze sul coperchio delle urne cinerarie o dei sarcofaghi degli inumati, quasi a volerne contrastare lo sfacelo fisico.

Più tardi l’influsso della civiltà greca dinamizzerà l’escatologia e ne aumenterà il tasso d’angoscia. Il transito è immaginato come l’addio ai superstiti e il mesto viaggio dell’anima verso il regno dei morti. L’oltretomba, chiuso da pesanti porte d’accesso, è un mondo sotterraneo, triste, cupo, senza speranza, uno sheol dove le anime sono segregate e trovano il loro soggiorno eterno definitivamente separate dal mondo dei vivi. L’Averno omerico influenza l’aldilà etrusco e lo popola di divinità ctonie, delle memorie violente dei miti e degli eroi, di alati spiriti della morte, di orrendi demoni che infliggono tormenti alle anime.


Quel che proponiamo è una felice combinazione di archeologia ed escursionismo da cui scaturisca una serie di itinerari tematici alla scoperta del mondo infero etrusco.

Gli itinerari più appaganti si svolgono nelle più importanti città dei morti, e in particolare lungo la Via degli Inferi della necropoli della Banditaccia a Cerveteri e lungo la Via dei Principi nella necropoli dei Montarozzi a Tarquinia. La tomba dell’Orco al Calvario di Tarquinia e la tomba della Quadriga infernale nella necropoli delle Pianacce a Sarteano si caratterizzano per la particolare concentrazione di immagini dell’oltretomba.

Le altre immagini, quelle scolpite, decorano la fronte dei sarcofaghi e delle urnette cinerarie. Un itinerario tra queste immagini deve necessariamente collegare le più importanti e ricche collezioni presenti nel Museo Guarnacci di Volterra, nel Museo di Palazzo Vitelleschi a Tarquinia, nel Museo nazionale e nella “città sotterranea” di Chiusi, nel Museo etrusco del Convento di San Domenico a Perugia e nell’ipogeo dei Volumi, nei due musei di Orvieto.

Se vogliamo poi allargare il quadro dobbiamo inserire in un ideale circuito i grandi musei etruschi (Villa Giulia a Roma, il Gregoriano etrusco in Vaticano, l’Archeologico di Firenze), le necropoli rupestri (Norchia, Castel d’Asso, San Giuliano…), i volumi scritti dai maggiori studiosi di etruscologia (a cominciare da Massimo Pallottino).

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