Itinerario nella provincia di Belluno

Feltre. Il Giudizio giottesco nel Santuario di Vittore e Corona

Le tappe dell’itinerario

La Basilica Santuario dei Santi Martiri Vittore e Corona domina la conca di Feltre da uno sperone del monte Miesna. Dal poggio si ha una visuale completa di tutto il Feltrino: dal Piave, al Grappa, all’antica città murata di Feltre, alla pianura movimentata da colli e ville, alla chiostra delle Vette Feltrine, magnifico fondale predolomitico. Il Santuario fu costruito negli anni dal 1096 al 1101 come parte integrante della cortina difensiva del territorio feltrino verso la pianura trevigiana, affiancando così alla difesa militare la protezione spirituale affidata al Santo martire soldato Vittore. La Basilica ospita al suo interno cicli di affreschi della prima metà del Trecento tra i più interessanti dell’alto Veneto. Nel secondo decennio un ignoto pittore affrescò la visione del Giudizio universale nel lunettone della parete sinistra del presbiterio ispirandosi al Giudizio di Giotto che si trova nella cappella degli Scrovegni. 


La visione del giudizio finale è sintetica e semplificata. Gesù pronuncia il giudizio di salvezza e di condanna, seduto sull’arcobaleno della nuova alleanza, al centro di una mandorla iridata. Il volto leggermente voltato a destra e la mano destra aperta nel gesto dell’accoglienza esprimono il desiderio di chiamare a sé i giusti. La mano sinistra indica invece il gesto del rifiuto e dell’allontanamento dei dannati. L’apparizione del giudice è accompagnata dall’ostensione in cielo della croce che due angeli mostrano ai risorgenti, richiamando così il vangelo di Matteo: «Allora apparirà in cielo il segno del figlio dell’uomo» (Mt 24,30).

Sotto la mandorla gli angeli tubicini svegliano i morti col fragore delle loro trombe. Dalle fratture delle rocce i morti risorgono, si aiutano l’un l’altro ad uscire dai sepolcri e s’inginocchiano nell’attesa della sentenza divina di salvezza o di condanna.

Alla destra del giudice avanzano due gruppi di beati – donne e uomini – preceduti dagli intercessori: Giovanni Battista, il precursore, e la madre Maria che ha il bimbo in braccio e ricorda così a Gesù di avergli dato la vita, chiedendogli ora misericordia per i risorti. Le aureole, i copricapi, le acconciature e gli abiti indossati dai beati simboleggiano la presenza dei santi e delle diverse condizioni sociali dei risorti.

Un fiume di fuoco nasce ai piedi del giudice e si allarga rapidamente formando un lago di fuoco. Al centro dell’Inferno siede un gigantesco Lucifero che afferra i dannati, li divora e li defeca.

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