Itinerario nella provincia di Aosta

Perloz. Il Giudizio universale della Chiesa del Salvatore

Le tappe dell’itinerario

Perloz è un piccolo centro della Valle di Gressoney. È situato a 660 metri di quota nella bassa valle, sopra Pont-Saint-Martin, in vista della confluenza del Lys nella Dora Baltea. Tra i suoi richiami turistici va annoverata la chiesa parrocchiale del Salvatore (Saint-Sauveur), risalente al Seicento, che si trova in posizione assai sacrificata, costretta negli angusti spazi urbani del borgo. Il trio dei suoi santi patroni – il Salvatore Gesù, San Pietro e Sant’Orso – è effigiato nel riquadro sopra il portale d’ingresso: Ma è soprattutto un grande affresco del Giudizio universale a imporsi all’attenzione dei fedeli e dei turisti. Fu commissionato a Bernardino Fererio, un pittore ossolano, ed è datato al 1677.


Nel più alto dei cieli Gesù Cristo – salvatore degli uomini - siede sull’arcobaleno della nuova alleanza per giudicare i risorti. La sua figura si compone nell’immagine trinitaria, insieme con Dio Padre e con la colomba dello Spirito Santo. Intorno alla Trinità si librano in volo gli angeli a comporre un cerchio celeste. Ai piedi del Cristo la madre Maria e Giovanni Battista pregano in ginocchio, intercedendo per l’umanità risorta e chiedendo al Giudice di temperare la sua ira.

Lo strato di nuvole sottostante si configura come un lungo palcoscenico. Sui margini si posizionano due angeli tubicini che soffiano nelle trombe per svegliare i morti e chiamarli al giudizio (surgite mortui, venite ad iudicium). Al centro San Francesco abbraccia la croce con la corona di spine, segno del sacrificio di Gesù. Sei angeli esibiscono altrettanti strumenti della passione: la colonna della flagellazione, il velo della Veronica, la canna con la spugna imbevuta d’aceto, la lancia di Longino, la scala della deposizione, la tunica giocata ai dadi.

La terza fascia dipinta è dedicata al Paradiso. A sinistra è raffigurata la torre della Gerusalemme celeste, vigilata ai due lati dagli apostoli Pietro e Paolo; attraverso la porta spalancata un corteo di beati entra nella città celeste accompagnato dalle note celestiali che un angelo pizzica sull’arpa. Segue un gruppo di beati rappresentativo delle gerarchie civili ed ecclesiastiche (si riconoscono un re con la corona e un papa col triregno). A destra dell’oculo figura l’arcangelo Michele armato di lancia che pesa le anime sulla bilancia a due piatti. Segue il gruppo dei dodici apostoli.

La parte inferiore dell’affresco è articolata in tre scene. Al centro è la scena della risurrezione dei morti. A sinistra compare il Purgatorio, con le anime che soffrono tra le fiamme ed espiano la loro pena per i peccati compiuti in vita. Un angelo scende a liberare dalle fiamme un’anima che ha ormai terminato la sua penitenza e la conduce verso il Paradiso tra l’esultanza degli altri angeli che cantano la loro gioia e suonano gli strumenti musicali. La scena di destra, piuttosto deteriorata, descrive il corteo dei dannati spinto dagli angeli con la spada fiammeggiante verso la bocca del Leviatano infernale. Sulla porta dell’Inferno è incisa la scritta «tormenta patientur» tratta dal libro della Sapienza nella Vulgata latina. Queste parole bibliche spiegano il significato profondo dell’affresco e contengono una severa ammonizione ai potenti della terra: «Ascoltate dunque, o re, e cercate di comprendere; imparate, o governanti di tutta la terra. Porgete l'orecchio, voi dominatori di popoli, che siete orgogliosi di comandare su molte nazioni. Dal Signore vi fu dato il potere e l'autorità dall'Altissimo; egli esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi: pur essendo ministri del suo regno, non avete governato rettamente né avete osservato la legge né vi siete comportati secondo il volere di Dio. Terribile e veloce egli piomberà su di voi, poiché il giudizio è severo contro coloro che stanno in alto. Gli ultimi infatti meritano misericordia, ma i potenti saranno vagliati con rigore. Il Signore dell'universo non guarderà in faccia a nessuno, non avrà riguardi per la grandezza, perché egli ha creato il piccolo e il grande e a tutti provvede in egual modo. Ma sui dominatori incombe un'indagine inflessibile» (Sap 6, 1-8).

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