Itinerario nella provincia di Siena

Siena. L’allegoria della redenzione di Ambrogio Lorenzetti

Le tappe dell’itinerario

La Pinacoteca nazionale di Siena conserva una piccola tavola, dipinta probabilmente da Ambrogio Lorenzetti intorno al 1340, che propone un’originale visione di sintesi della storia della salvezza, che può essere letta anche come una storia della morte (G. Cioli, La morte dipinta). Le scene sono ambientate in un paesaggio ondulato di colline alternate a pianori, con rari alberi e una città sul monte. La storia dell’umanità - in chiave biblica - ha inizio con la Genesi. Il dipinto, nella sua parte di sinistra, racconta il peccato originale: il comando di Dio di non mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male; la tentazione del serpente; Adamo ed Eva che mangiano il frutto proibito; la vergogna dei progenitori e il cherubino flamboyant che li espelle dal Paradiso terrestre. Con il peccato originale la morte fa il suo ingresso nella storia: la vediamo con la sua falce che precede Adamo ed Eva, rivestiti di pelli e con gli attrezzi da lavoro, che scendono dal colle. E i suoi effetti nefasti non tardano a rivelarsi con il fratricidio: la morte di Abele il giusto per mano omicida del fratello Caino.

La scena centrale del dipinto è, insieme, una crocifissione e un trionfo della morte. La morte di Gesù sulla croce è il punto di svolta della storia della salvezza. Apparentemente essa segnala il trionfo della morte: la vediamo volteggiare sopra la croce con la sua falce, in un cielo cupo. Ai piedi della croce è il tappeto dei cadaveri mietuti dalla falce assassina: la morte non fa distinzione tra uomini e donne, ricchi e poveri, cardinali e semplici fedeli, potenti e popolo minuto. La scena è osservata e commentata da un coro di personaggi allegorici, che esprimono le diverse speranze di vita e di concezioni dell’esistenza: l’eremita Macario col cartiglio, il monaco e l’uomo ricco, gli anziani col bastone, la donna incinta, i giovani spensierati.

Sulla parte destra del dipinto vediamo infine il giudizio universale, evento ultimo della storia della salvezza. La morte è definitivamente sconfitta. La risurrezione di Gesù trova la sua replica nella risurrezione universale dei morti nell’ultimo giorno. Gesù torna per la seconda volta sulla terra a pronunciare una sentenza di salvezza o di dannazione. Lo vediamo seduto sull’arcobaleno della nuova alleanza, dopo che ha varcato i cieli attraverso la mandorla sostenuta dai cherubini. Gli strumenti della sua passione (la croce, la lancia, i flagelli) sono mostrati dagli angeli come trofei e motivazione remota della salvezza offerta all’umanità. I due intercessori implorano in ginocchio la misericordia del giudice. Il gruppo dei beati, preceduti dal buon ladrone con la croce, indossa la veste candida, lascia i sepolcri e ascende verso il Paradiso e la Gerusalemme celeste sul monte. I dannati sono invece condotti dal demonio nella caverna infernale.

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