Itinerario nella provincia di Novara

Novara. La Cappella della Buona Morte

Le tappe dell’itinerario

La Basilica di San Gaudenzio a Novara testimonia quella age d’or che la chiesa locale visse con l’arrivo nel 1590 del nuovo Vescovo Carlo Bascapè, già segretario di San Carlo Borromeo, del quale ereditò l’attivismo culturale.

Un esempio di questa nuova cultura artistica che riprende i temi della Controriforma è la prima cappella sulla destra dell’aula basilicale, detta della Buona Morte, inaugurata nel 1620. Una lapide ricorda che il “sacellum” è stato realizzato per iniziativa della “Pia mortis sodalitas, a Carolo Episcopo instituta” allo scopo di aiutare le “animas defunctorum”, con una decorazione di pitture “quatuor novissimi exprimentibus”.

Sull’altare vediamo una Deposizione del Cristo morto, dipinta dal Moncalvo. Le pareti della cappella sono affrescate da Pier Francesco Mazzucchelli, detto il Morazzone, con l’idea di ispirare una meditazione sui Novissimi, e cioè sul momento della morte, sul giudizio finale e sui regni dell’aldilà: il Cielo, il Purgatorio e l’Inferno.

Il tema della morte è declinato con la macabra scena di una tomba piena di ossa nella quale è stato calato un cadavere ormai in dissoluzione; il senso della scena è trasmesso dalla trascrizione del versetto della Vulgata: «cum enim moritur homo hereditabit serpentes et bestias et vermes».

All’ineluttabilità della morte si contrappone però la speranza della risurrezione dei corpi. Questa speranza è resa da Morazzone con la visione delle ossa aride di Ezechiele: «La mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori in spirito e mi depose nella pianura che era piena di ossa; mi fece passare tutt'intorno accanto ad esse. Vidi che erano in grandissima quantità sulla distesa della valle e tutte inaridite. Mi disse: «Figlio dell'uomo, potranno queste ossa rivivere?». Io risposi: «Signore Dio, tu lo sai». Egli mi replicò: «Profetizza su queste ossa e annunzia loro: Ossa inaridite, udite la parola del Signore. Dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete: Saprete che io sono il Signore». Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre io profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si accostavano l'uno all'altro, ciascuno al suo corrispondente. Guardai ed ecco sopra di esse i nervi, la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma non c'era spirito in loro. Egli aggiunse: «Profetizza allo spirito, profetizza figlio dell'uomo e annunzia allo spirito: Dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano». Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato.
Mi disse: «Figlio dell'uomo, queste ossa sono tutta la gente d'Israele. Ecco, essi vanno dicendo: Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti. Perciò profetizza e annunzia loro: Dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel paese d'Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nel vostro paese; saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio» (Ez 37, 1-14). La volta della cappella è decorata con l’immagine del Paradiso. La Trinità, con Dio Padre, il figlio Gesù e la colomba dello Spirito Santo, flotta su una nube nel più alto dei cieli. La beatitudine è accompagnata dal canto e dal suono degli strumenti musicali del coro degli angeli. Altri angeli scendono verso il Purgatorio per trarne le anime che hanno completato l’espiazione delle loro colpe e per condurle in Cielo.

L’opera più impressionante è il Dies Irae, il grande Giudizio universale dipinto dal Morazzone. Più correttamente si dovrebbe in realtà interpretare il quadro come una Caduta dei dannati all’Inferno. In alto è il Cristo che giudica, attorniato dagli angeli che mostrano la croce e gli altri strumenti della Passione. Il suo giudizio si traduce nello sguardo severo e nel gesto d’ira che allontanano i dannati dalla sua presenza. Un’ira che la tenera preghiera d’intercessione della Madre tenta di temperare. Al di sotto è la caduta dei dannati, un viluppo di corpi abbrancati dai demoni che franano e precipitano verso l’Inferno. La gola fiammeggiante del Leviatano infernale riverbera di riflessi di luce la scena dei dannati disperati e prostrati, seviziati dai diavoli.

La decorazione della cappella è completata dalle figure di personaggi biblici e di santi esemplari figure collegate alla memoria dei defunti. Vediamo, ad esempio, la figura della biblica Noemi, ricordata per il suo compianto dei familiari morti. V’è poi Giuda Maccabeo, eroe e condottiero del popolo d’Israele caduto in battaglia: «Giònata e Simone raccolsero Giuda, loro fratello, e lo seppellirono nel sepolcro dei suoi padri, a Modin. Tutto Israele lo pianse: furono in gran lutto e fecero lamenti per molti giorni, esclamando: "Come è potuto cadere l'eroe che salvava Israele?"» (1Mac 9, 19-21). Vediamo poi la ieratica figura del benedettino Odilone, abate di Cluny, ricordato per essere stato “l’inventore” della giornata del 2 novembre dedicata alla commemorazione dei fedeli defunti. Lo fronteggia Gregorio Magno, il papa e dottore della Chiesa, raffigurato con la colomba ispiratrice, che ispirò la tradizione delle Messe “gregoriane” dedicate al suffragio per le anime del Purgatorio.

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