Itinerario nella provincia di Como

Campione d’Italia. Gli affreschi di Santa Maria dei Ghirli

Le tappe dell’itinerario

La Chiesa di Santa Maria dei Ghirli si affaccia sul lago di Lugano da un terrazzo a margine della cittadina di Campione d’Italia. Oltre che dalla strada rivierasca vi si può arrivare anche per la via d’acqua: dal punto di approdo si sale al santuario attraverso una scenografica scalinata a doppia rampa, bordata dai cipressi. 


Il portico esterno di destra ha la parete affrescata da Lanfranco e Filippolo De’ Veris con una grande visione del Giudizio universale. Una lastra di marmo murata nel primo pilastro riporta la data di compimento dell’opera: 23 giugno 1400. Gesù è seduto in un trono cuspidato che richiama l’immagine dell’abside di una chiesa gotica. Ha la corona di re dell’universo e l’aureola della beatitudine, ma esibisce la ferita del costato e i fori dei chiodi sulle mani, a ricordare che il suo estremo sacrificio ha segnato il riscatto dell’umanità dal peccato, quel peccato originale che è simbolizzato dalle figurine di Adamo ed Eva scolpite ai lati della cuspide del trono. Attorno volteggiano decine di angeli che esibiscono ai risorti gli strumenti della passione di Gesù: la lancia, la tunica, il velo, la canna con la spugna, il secchiello, lo scettro, la scala, la croce, la tenaglia, i flagelli. Due angeli mostrano ai risorti i libri aperti che descrivono le opere buone e cattive compiute in vita. Altri angeli suonano le trombe che chiamano i morti alla risurrezione. Nella fascia più alta dell’affresco compaiono i quattro elementi personificati (l’acqua, il fuoco, l’aria, la terra) e i grandi astri (il sole e la luna).

Alla base del trono, alla destra di Gesù, vediamo un gruppo di dannati, incalzati dall’arcangelo Michele e da un altro angelo con le spade sguainate. Nel gruppo si riconoscono un giovane nobile, un soldato, un francescano, una monaca che si denuda il seno, un giudeo e un sovrano. Alle spalle di questi, è dipinto un secondo gruppo di personaggi, sorvolato da un angelo. L’espressione dei volti e la postura dei corpi sembrano indicare un gruppo di eletti. Due sono in ginocchio, altri in piedi in preghiera a mani giunte o con le mani incrociate sul petto; il papa e l’anziano alzano le braccia verso il trono di Cristo; una signora dà l’elemosina a un povero storpio; si vedono uomini e donne di diverso rango, vescovi, religiosi e laici. A sinistra del Cristo vediamo un gruppo guidato da una regina, speculare al precedente, con la stessa composizione sociale e con lo stesso atteggiamento implorante verso il giudice. Questo gruppo è però sorvolato da una figura grifagna che richiama la morte, che tiene al laccio un’anziana donna. All'estrema destra si vede una scena di corteggiamento galante, con un giovane aristocratico, molto elegante, che, accompagnato da un suonatore di viola, dedica una canzone alla sua donna. La scena è moraleggiante, perché immediatamente dopo vediamo gli stessi personaggi ormai privi di vita e in caduta verso l’inferno sottostante, mentre i diavoli s’impadroniscono delle loro anime.


L’Inferno occupa tutta la fascia sottostante ed è dipinto con lo sfondo di un colore rosso cupo che dà l’idea del riverbero delle fiamme infernali. Le diverse scene non hanno una geografia precisa. Si può parlare semmai di un duplice e simmetrico percorso penale che fa convergere i dannati verso una grande giara centrale (citazione da Esiodo) che simbolizza l’ingresso dell’inferno. Da sinistra a destra vediamo in successione l’arrivo dei dannati e un diavolo che porta sulle spalle una gerla per il fieno, carica di peccatori. Segue la punizione della ruota dentata, girata da un diavolo, che strazia le carni dei dannati, morsicate anche da un draghetto volante. Un prete è seduto su una griglia rovente. Un diavolo ha infilzato sul forcone i corpi di una coppia lussuriosa. I dannati sono stipati nella giara. Un diavolo si carica sulle spalle i corpi dei dannati. Un diavolo con la tenaglia strappa la lingua di un dannato. Giuda è impiccato a un albero con il ventre aperto. Una ruota strazia una donna. Un ladro fugge con il sacco sulle spalle. Un cambiavalute usuraio siede al suo banco e pesa l’oro su una bilancia di precisione, mentre è morso da un serpente. Una donna infanticida, anch’essa morsicata dai serpenti, strangola il proprio bambino.

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