Itinerario nella provincia di Genova

Genova. Il Giudizio finale di Aurelio Lomi nella basilica

di Carignano

Le tappe dell’itinerario

La Basilica di Santa Maria Assunta sorge sulla cima del colle di Carignano, in una splendida posizione a ridosso del porto e al centro di un quartiere residenziale dall’urbanistica radiale. La chiesa rappresenta a Genova un esempio monumentale di architettura cinquecentesca. Fu progettata dall'architetto perugino Galeazzo Alessi che seguì lo schema della basilica di San Pietro di Antonio di Sangallo il Giovane. Al suo interno sono collocate importanti opere d'arte. La nostra attenzione si concentra sulla tela del Giudizio finale collocata molto in alto, sopra il portale laterale sinistra. Ne è autore Aurelio Lomi ed è datata al1603.


La scena del Giudizio è spaccata esattamente a metà. In alto, sopra le nubi, è la luminosa e serena visione degli eventi che accadono in cielo. In basso sono raccontati i concitati avvenimenti terrestri.

La scena dell’empireo è a sua volta distribuita su due registri. Quello superiore è occupato dal tribunale celeste. Gli apostoli sono mollemente adagiati su soffici nubi e commentano gli eventi sottostanti. Al centro, in una luce dorata e sfolgorante siede il Cristo giudice, affiancato dai due tradizionali intercessori, la madre Maria e Giovanni il Battista. Il secondo registro è dominato dall’azione degli angeli. Due alate creature celesti suonano le trombe del giudizio universale e risvegliano i morti, additando loro, in plastica torsione dei corpi, la presenza di Gesù parusiaco. Il rilievo maggiore è però dato all’ostensione della grande croce adorna degli strumenti della passione. La croce richiama il senso teologico dell’ultimo giorno: è grazie alla croce, e cioè al sacrificio della propria vita, che Cristo può proporsi all’umanità risorta come speranza di salvezza eterna.


Scendendo dal cielo sulla terra vediamo i personaggi aumentare progressivamente le loro dimensioni. La scena è qui dominata dall’arcangelo Michele. Il capo delle milizie celesti indossa un grande cimiero piumato sulla leggera armatura e scaglia la sua lancia contro i reprobi, rimproverandoli con il dito alzato. La sua collocazione centrale rende netta la separazione degli eletti e dei dannati. I beati sono descritti nel settore di sinistra. Qui una bella e languida fanciulla bionda è aiutata a sollevarsi da terra da un angelo premuroso. Altri angeli riuniscono gli eletti e li scortano verso il cielo. L’ascensione dei beati è visibile nella bolla di luce soprastante. Di tutt’altro tenore è invece la scena di destra. I diavoli escono dalla loro tana sotterranea e si avventano sui dannati per trascinarli in catene verso l’ingresso della fiammeggiante caverna infernale. La scena è resa più raccapricciante dalla presenza di grossi serpenti che avvolgono i dannati nelle loro spire. Indimenticabile è l’urlo strozzato della dannata raffigurata nell’angolo in basso, afferrata per i capelli senza troppi riguardi da un diavolo muscoloso e volgare. Priva di ogni pietas è anche la scena del dannato avvinto dalle serpi, schiacciato dal piede di Michele, incatenato alle caviglie e trascinato vivo strisciando la schiena sulla terra.

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