Puglia -> Tratturo Barletta-Grumo

Canne e l’Ofanto

Il ricordo di Canne è legato nelle nostre memorie scolastiche alla celebre battaglia che vide l’esercito cartaginese di Annibale annientare le legioni romane di Varrone ed Emilio Paolo. Era il 2 agosto del 216 avanti Cristo, al tempo della seconda guerra punica. Oggi quei luoghi - ancora contrassegnati dall’evocativo toponimo di “Campo del sangue” - propongono ai visitatori uno dei più interessanti e attrezzati parchi archeologici della Puglia. Su due collinette gli studiosi (e ancor prima i tombaroli) hanno riportato alla luce reperti datati dalla preistoria al periodo dauno-apulo, dall’epoca bizantina al medioevo normanno-svevo. Giunti al cippo della battaglia, collocato sull’estremità del colle, lo sguardo spazia sulla piana dell’Ofanto, oggi fitta di vigneti ma ieri “locazione” delle greggi transumanti che si disperdevano tra questi pascoli dopo aver attraversato il fiume sui due storici ponti di Canosa e di Canne. Una passeggiata del massimo interesse collega l’Antiquarium, la Cittadella storica, il sepolcreto di Pezza la Forbice, il villaggio apulo di Fontanelle e il reticolo di tratturelli che raggiungono le rive dell’Ofanto.

Il modo più adeguato di raggiungere gli scavi di Canne è quello di utilizzare il “treno dell’archeologia” della linea ferroviaria Barletta-Spinazzola, che approda nella stazioncina deserta (ma ben curata) di Canne della Battaglia. Canne non è un paese ma una suggestiva “città morta” adagiata su uno degli ultimi colli all’estremità delle Murge, in vista della grande piana del Tavoliere. Il colle di Canne emerge sui vigneti a dominare il breve tratto di strada che dalla stazione raggiunge l’Antiquarium. Questo moderno edificio-museo, ricco di pannelli, video, libri, guide e oggetti rinvenuti negli scavi, offre un’eccellente introduzione a un sito frequentato dalla preistoria al medioevo e poi lungamente obliato. Usciti dall’Antiquarium si punta alla sommità del colle percorrendo in ripida ascesa un sinuoso sentiero acciottolato, fiancheggiato da oleandri e ginestre, che conduce alla porta orientale e all’antico decumanus. Sul tavolato sommitale spicca la possente cinta muraria che alterna blocchi ciclopici a murature e contrafforti di epoca medievale e sulla quale si levano gli imponenti resti della fortezza. L’area di maggiore interesse della Cittadella è costituita dal complesso religioso di Sancta Maria Cannarum articolato in due chiese ubicate sul pendio all’estremità occidentale del colle. Ma a destare curiosità sono anche i numerosi elementi di spoglio (colonne, miliari, cippi, are) provenienti dalla vicina Canosa che ornano il decumano. Tra essi si segnalano i cippi miliari 75,  82 e 88 che marcavano il percorso della Via Appia Traiana e che grazie all’ottimo stato di conservazione, consentono di leggere le scritte dedicatorie e i numeri progressivi della serie. Al culmine del colle una colonna di granito alta tre metri è il monumento dedicatorio alzato a ricordo della celebre battaglia combattuta nella piana sottostante.

La seconda parte della passeggiata inizia dal parcheggio dell’Antiquarium. Un cancelletto introduce nell’area recintata del secondo colle, quello di Canne Fontanelle. Un vialetto fiancheggiato da olivi e fichi d’india attraversa la piccola gola della Forbice e risale il pendio. Una breve deviazione a sinistra, segnalata, conduce a un’ampia area di scavo che ha visto emergere il ricco sepolcreto di Pezza la Forbice. Tornati sul vialetto principale, si prosegue per alcuni minuti fino a raggiungere una nuova area archeologica. Qui troviamo i resti dell’antico villaggio di Fontanelle. Ci si addentra seguendo vialetti ghiaiosi, guidati da una tavola d’orientamento. Ancora visibili sono le abitazioni dei maggiorenti del borgo che, secondo l’usanza del tempo, erano edificate a fianco delle tombe di famiglia. Alcune fornaci, ben conservate, documentano le locali attività artigianali e produttive. Il cancello che consentiva di proseguire sulla via esterna è oggi chiuso. Non resta che rientrare all’Antiquarium, sostando su alcuni balconi panoramici aperti verso il colle della Cittadella.

La terza parte della passeggiata ci conduce sulle rive del fiume Ofanto lungo l’ipotetico tratturo di Canne, in piena immersione tra i vigneti. È un percorso ad anello molto tranquillo e piacevole dove osservare come l’agricoltura si sia presa la rivincita sulla pastorizia e come vigne e oliveti abbiano soppiantato gli antichi pascoli. Dall’Antiquarium si scende alla stazione di Canne, si passa sotto il ponte della ferrovia e si sbuca sulla strada provinciale. Si va a sinistra, in direzione Canosa, per pochi passi; superato un recinto di cemento, si scende a destra in direzione dei vigneti, prima su fondo di cemento e poi su sterrato. Il tratturo si dirige a nord, destreggiandosi tra le proprietà segnate da caratteristici cippi di pietra e da ricoveri per gli attrezzi di lavoro e raggiunge la strada asfaltata del lungargine. Qui si va a destra. Il traffico è praticamente assente. La strada è fiancheggiata a sinistra dai canneti dell’argine e a destra dalle vigne. Punto di arrivo è una ben visibile altana di legno che si raggiunge abbandonando l’asfalto e superando l’argine su una breve rampa sterrata. Torre di avvistamento antincendio, l’altana consente di osservare dall’alto lo scorrere del fiume Ofanto, la fitta vegetazione riparia e l’avifauna che vi sosta. Dopo aver curiosato sulle rive del fiume si torna sull’asfalto per traversarlo e seguire la sterrata di fronte che punta esattamente in direzione della collina di Canne. Ancora tra i vigneti, la sterrata prosegue deviando nell’ultima parte in direzione di una casa isolata. Raggiunta la strada provinciale, alcune centinaia di metri sulla destra riportano alla stazione di Canne.


Itinerario

Dislivello: trascurabile e limitato alle brevi rampe d’accesso ai colli della Cittadella e di Fontanelle.

Tempi di percorrenza: il primo percorso che collega la stazione di Canne all’Antiquarium e alla Cittadella, richiede un’ora e mezza (compresi i tempi necessari per una visita non superficiale). Il secondo percorso sul colle di Fontanelle richiede 45 minuti. Il terzo percorso ad anello sull’Ofanto richiede un’ora e 45 minuti. In complesso vanno calcolate quattro ore. Non vi sono possibilità di ristoro in loco.

Cartografia: la Mappa Google da satellite consente di individuare agevolmente il percorso nel territorio di Canne e le coordinate dell’escursione qui proposta.


Note tecniche

In giro per il web

Ricognizione del sentiero: 30 dicembre 2009

Il fiume Ofanto

L’Ofanto è lungo circa 170 km ed è il maggiore corso d’acqua della Puglia. Nasce in Campania, sui monti dell’Irpinia, nel territorio di Torella dei Lombardi, e tocca in successione Lioni, Conza e Calitri. Attraversa la Basilicata descrivendo un arco attorno alle boscose pendici del Vulture. Entra poi in Puglia scorrendo verso est e separando la provincia di Foggia dalla nuova provincia di Barletta-Andria-Trani. Raggiunge infine l’Adriatico, ove sfocia tra Margherita di Savoia e Barletta. Chiamato Aufidum dai romani, separava il territorio della Daunia dalla Peucezia. Gli affluenti del fiume, pur numerosi, sono di breve corso e a prevalente carattere torrentizio o di fiumara: tra i maggiori si segnalano l’Osento e l’Atella. Altrettanto numerosi sono gli invasi presenti nella valle idrografica dell’Ofanto: il Lago di San Pietro, il Lago di Capaciotti, il Lago Saetta, il Lago del Rendina, la Diga del Locone, la traversa di ponte S. Venere, il Lago di Conza della Campania. Tutti questi invasi contribuiscono in maniera rilevante al fabbisogno idrico della popolazione (oltre 400 mila residenti nel bacino) e delle attività economiche presenti nell’area. Ma gli interventi per lo sfruttamento idrico hanno anche inevitabilmente contribuito a mettere in crisi l’ecologia del fiume. I boschi ripariali sono stati abbattuti per impiantarvi vigneti e pescheti. La costruzione degli argini artificiali ha deturpato il paesaggio e danneggiato l’ecosistema fluviale. Le dighe, gli sbarramenti, i prelievi abusivi di ghiaia, gli scarichi fognari, l’utilizzo poco razionale dell’acqua nell’agricoltura hanno prodotto, nel tempo, danni ambientali e idrogeologici gravi all’Ofanto e al suo territorio. A questa crisi si è reagito con l’istituzione del “Parco naturale regionale del fiume Ofanto”, grazie a una legge approvata nel 2007. L’obiettivo del Parco è ora quello di ripristinare e rinaturalizzare gli ambienti e il paesaggio fluviale, le zone umide e gli ambienti costieri e ripariali, incrementandone la superficie e migliorandone la funzionalità ecologica.

Lungo il percorso...

l tour dedicato a Canne sul web può iniziare dal sito del Comitato italiano pro Canne della Battaglie (www.comitatoprocanne.org/). Schede sulla cittadella archeologica sono presenti in numerosi siti destinati a promuovere il turismo nella regione (www.terredelmediterraneo.org/; www.valleofanto.com/; www.viaggiareinpuglia.it/; www.pugliaimperiale.com/; www.itineraweb.com/). Specializzata su Canne, cui dedica un sito in costruzione (www.cannedellabattaglia.info/), è la casa editrice Rotas di Barletta (www.editricerotas.it). Un portale gradevole e ricco è dedicato al fiume Ofanto, protetto oggi da un Parco naturale regionale (www.fiumeofanto.it/). Gli appassionati di storia delle grandi battaglie trovano sul web, oltre a wikipedia, numerosi siti dedicati al celebre scontro tra Annibale e i Romani (per tutti: www.warfare.it/), talora anche polemici verso le versioni ufficiali (www.battagliadicanne.it/).

Passeggiate sui tratturi

Alla scoperta delle storiche vie della transumanza

Home -> Passeggiate sui tratturi -> Itinerari -> Puglia -> Tratturo Barletta-Grumo

Itinerari