Il Villaggio del Colle della Civita

Baite, grange, pagliare, casere, chalet, capanne. Si chiamano in molti modi e sono una presenza costante sulle montagne italiane. Sono i rifugi estivi di chi sale dai paesi di valle per i campi e i pascoli d’altura. La giornata trascorre nella cura dei campi faticosamente spietrati, nella raccolta del fieno, nell’allevamento degli animali, nella produzione dei derivati del latte. Talvolta sono interi nuclei familiari, comunità allargate ai collaboratori dell’attività agricola e pastorale, che si trasferiscono nelle terre alte. E nascono così villaggi stagionali, simili alle “pagliare” dei monti abruzzesi, cui si sale d’estate da Ofena, Tione e Fontecchio. Ma è sul versante settentrionale della Valle di Santo Spirito, nel massiccio della Maiella, che si può visitare un complesso agro-pastorale di assoluta originalità. È un villaggio interamente costruito in pietra a secco, appoggiato alla parete rocciosa del Colle della Civita, destinato ad accogliere i pastori durante la permanenza estiva sui pascoli montani. La sua storia è nota. Il complesso fu costruito nel 1940 da un certo Giuseppe Parete di Roccamorice, per conto di Agostino Palumbo. Il Parete, con una squadra di una quindicina di operai, portò a termine la costruzione in circa 40 giorni e fu pagato in natura con forme e tranci di formaggio. Ne è risultata una piccola cittadella di pietra nella quale ci si aggira in modo quasi labirintico tra corridoi, gallerie, varchi e ingressi a sesto acuto. Vi si riconoscono le abitazioni, con i pavimenti lastricati e attrezzate con camino e ripostigli, l’ovile e i recinti per il bestiame, il mungitoio, i depositi degli attrezzi da lavoro. Un villaggio che è la memoria pietrificata di un’antica forma di vita.

 

Il Colle della Civita si raggiunge dalla Val Pescara, imboccando all’altezza di Scafa la strada turistica 487 che sale a Caramanico Terme e alle altre note località della Valle dell’Orta, tra la Maiella e il Morrone. Superato San Valentino in Abruzzo Citeriore, al bivio del km 9 si va a sinistra in direzione di Abbateggio e al bivio successivo a destra in direzione di Roccamorice. Giunti in paese si prosegue verso la montagna sulla SP 64 seguendo le indicazioni Fonte Tettone – Block-Haus, trascurando i bivi per l’eremo di San Bartolomeo e per l’eremo di Santo Spirito. Al km 11,500 circa (7,6 km dalla piazza di Roccamorice) si raggiunge la base del Colle e si parcheggia. Il luogo è un crocevia di sentieri. Per raggiungere il villaggio di pietra occorre risalire la stradina in ripida pendenza diretta verso le rocce sommitali.

Itinerario

Note tecniche

La passeggiata che sale alla base delle rocce e va alla scoperta delle capanne a tholos seguendo un percorso sinuoso richiede un minimo di mezz’ora. Il dislivello è limitato a una breve salita. Ci si può rinfrescare alla copiosa fonte sottostante. È molto consigliato abbinarvi la visita dell’eremo di Santo Spirito, retrocedendo in auto di alcuni km e imboccando la ripida strada asfaltata che risale nel bosco il profondo vallone omonimo. Tra le numerose carte dedicate alla Maiella si segnalano la Carta Turistica del parco in scala 1:50.000 e il quadro n. 370011 della Carta tecnica regionale (cartanet.regione.abruzzo.it) in scala 1:5000.

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