Sono insediamenti umani permanenti, comprensivi di un fondo rustico e di un’azienda agro-pastorale, diffusi nelle campagne o in montagna. Nate storicamente per iniziativa delle grandi famiglie nobiliari a servizio della gestione agricola o a pascolo del latifondo, le masserie erano quindi delle aziende agricole sparse, abitate dagli stessi proprietari terrieri o più frequentemente dai loro massari. La costruzione rurale comprendeva la residenza padronale, gli alloggi dei contadini, una grande aia interna, le stalle per i bovini e gli equini, i recinti per l’allevamento degli animali da cortile, il rimessaggio dei carri e delle carrozze, le cisterne per l’acqua, i depositi per foraggi e i raccolti. Frequente era anche la presenza di una cappella destinata alle celebrazioni liturgiche. La masseria di pecore era integrata da una posta o da un grande ovile costruito nelle vicinanze, con le connesse strutture dedicate alla lavorazione del latte e alla produzione casearia. Una variante fortificata della masseria, dotata di mura perimetrali, caditoie e merlature, per la difesa contro briganti e bande di predoni, si ritrova nelle campagne pugliesi e sulle montagne abruzzesi (la Castelletta di Palena, il Casale della Piscignola). Oggi è in atto il recupero delle masserie storiche che vengono frequentemente ristrutturate come agriturismi.

Le masserie

L’architettura della transumanza

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