Ortona e la Valle del Moro - 1943: le battaglie di Ortona e Orsogna

A piedi sui luoghi della battaglia

La piccola Stalingrado

Perduta la battaglia del Sangro, l’esercito tedesco si riorganizza sulla linea dei colli che si alza a nord-ovest del torrente Moro, da Orsogna al mare. Il Moro è un piccolo corso d’acqua che nasce sul Piano delle Fonti nei pressi di Guardiagrele e sfocia in Adriatico a sud di Ortona, a Punta Mucchia. I colli che lo sovrastano sono punteggiati dalle numerose contrade chiamate “ville” (Villa Grande, Villa San Tommaso, Villa San Leonardo, Villa Torre, Villa Caldari, Villa Rogatti) e fasciati da estesi vigneti che producono grandi quantità di uva da tavola e da vino. Una lunga strada, la via Marrucina, fiancheggiata dalla dismessa ferrovia Sangritana, percorre con andamento uniforme il ciglio dei colli.

L’attacco a Ortona perde i connotati della classica battaglia campale per assumere i tratti della guerriglia urbana. Tutte le strade sono minate e i paracadutisti tedeschi del generale Heidrich resistono in alcuni punti chiave in modo da incanalare le forze canadesi lungo un tragitto obbligato, pieno di trappole e di imboscate. La battaglia si concluderà a Natale, senza essere decisiva. Infatti a Orsogna le truppe tedesche resistono a oltranza e bloccano il fronte per tutto l’inverno. Ortona guadagnerà popolarità come “la piccola Stalingrado”, una fama pagata carissima.

Ortona, antico porto dei Frentani, sorge su un promontorio a picco sul mare Adriatico, nel tratto di costa compreso tra la foce del Foro e quella del Moro: scendendo da nord, lungo il Foro di Ortona, si incontrano in successione la spiaggia sabbiosa del Lido Riccio e l’omonimo torrente, la punta di Ferruccio, le scogliere a picco sul mare del promontorio, le banchine del porto, la stazione ferroviaria, la spiaggia del Lido dei Saraceni, il colle di San Donato e la punta di Acquabella. Un esteso panorama della costa si può ammirare dalla città alta, percorrendo la passeggiata orientale, dal Castello aragonese ai giardini comunali. Insignita di Medaglia d’oro al valor civile, Ortona è una testimonianza esemplare di come si possa ricreare una precisa identità urbana senza censurare i cattivi ricordi bellici, le distruzioni radicali subite e la memoria dei caduti civili e militari. Proponiamo una visita al cuore della città e un’escursione nei dintorni sui luoghi della feroce battaglia del dicembre 1943.

Orsogna è l’altro polo della linea tedesca sul Moro. L’antica Ursunia, arroccata su un promontorio della dorsale collinare frentana, è attraversata interamente dal tratturo Centurelle-Montesecco. Proponiamo un percorso pedonale che segue tutto l’asse tratturale urbano, tocca i punti più significativi e si affaccia su magnifici belvederi. La visita della città si completa egregiamente con un’escursione sui sentieri del vicino Parco territoriale attrezzato dell’Annunziata alla scoperta del bosco, della vegetazione ripariale e degli antichi mulini che sfruttavano con opere di ingegneria idraulica il corso d’acqua della Venna.

Itinerario

Per approfondire

Il Parco territoriale attrezzato dell’Annunziata

(www.orsogna.net/) dista meno di 1 km da Orsogna e si sviluppa su una fascia lunga oltre 4 Km e larga mediamente 500 m, con un'estensione di circa 120 ha. L’area protetta è stata istituita nel 1991 e interessa una valle dove scorre un piccolo corso d'acqua affluente del torrente Venna che poi confluisce nel fiume Foro. Il torrente forma una serie di piccole cascate e pozze d’acqua nelle quali vive l’ormai raro granchio di fiume. I sentieri, che si sviluppano lungo la valle partendo da entrambi i versanti, permettono di scoprire e apprezzare tratti ben conservati di bosco con la tipica e ricca vegetazione ripariale che caratterizza l’ambiente fluviale ben conservato. I sentieri consentono però anche una lettura in chiave storica, legata alle attività umane tradizionali. Fino a pochi decenni fa le acque di alcune delle numerose sorgenti e del torrente formavano un sistema complicato e ingegnoso tutt’ora visibile e alimentavano diversi mulini (i mulini Ricoche, D’Alleva e Ciccone) ancora visibili lungo il percorso.

Campi di battaglia

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