Tra Marsica e Sirente - 1861: la caccia ai briganti sanfedisti

Le grotte dei briganti

La cattura del generale spagnolo Borges

Il brigantaggio si sviluppa nelle regioni meridionali dopo la proclamazione dell’unità d’Italia. Le ragioni alla base della protesta popolare sono numerose. E la protesta viene cavalcata sia da pittoreschi capibanda sia da ufficiali legittimisti fedeli alla deposta dinastia dei Borboni. Lo spagnolo José Borges accetta con entusiasmo la proposta dei comitati borbonici di recarsi nell’Italia meridionale per dare organizzazione militare alle insorgenze. Nel 1861 sbarca a Gerace, in Calabria, e risale la penisola accumulando esperienze negative, dovute alla feroce repressione piemontese, ai rastrellamenti, ai contrasti, alle delazioni e anche alla difficoltà di rapporti con le bande locali come quella del famoso brigante Crocco di Rionero in Vulture. Arriva in Abruzzo dove tenta di riparare nello Stato pontificio. Il viaggio nel freddo intenso delle montagne abruzzesi coperte di neve è reso ancora più duro dalla necessità di evitare le pattuglie dei bersaglieri e della guardia nazionale. Nella notte tra il sette e l’otto dicembre viene però accerchiato nottetempo in una cascina della Val di Luppa. Viene trasferito con il suo gruppo di fedelissimi a Tagliacozzo e frettolosamente fucilato senza processo nello stesso giorno.

Gli ultimi giorni del “brigante” José Borjès si consumano tra Pietrasecca, Sante Marie e Tagliacozzo. Queste località individuano oggi l’Abruzzo delle grotte, uno dei paradisi carsici più importanti dell’Italia centrale. Qui il paesaggio è segnato dalle brevi catene montuose del Monte Bove e del Monte Arunzo e da un susseguirsi di bacini chiusi e di valli segrete, d’inghiottitoi e di risorgenze.  I sentieri che proponiamo seguono idealmente gli antichi percorsi dei briganti e delle guardie alla loro caccia. E toccano alcune grotte di straordinario fascino, in aree ancora poco frequentate. Un itinerario speleologico che offre numerosi motivi d’interesse agli escursionisti curiosi e agli amanti dei fenomeni della natura.

Due itinerari si snodano tra Pietrasecca e Sante Marie: uno ci conduce alla scoperta della valle carsica di Luppa, del suo inghiottitoio e dei casali fatali a Borjès; l’altro è un anello che dalla caratteristica rupe di Pietrasecca scende alla riserva speciale che protegge la grotta dei Cervi e l’inghiottitoio dell’Óvito.

Il terzo itinerario si svolge nell’alta valle dell’Imele, tra Verrecchie e Tagliacozzo, ed esplora i fenomeni carsici che caratterizzano il primo tratto di questo fiume.

Seguono alcuni suggerimenti di visita ad altri sistemi sotterranei dei monti Carseolani: le grotte di Beatrice Cenci tra Petrella Liri e Verrecchie, le grotte della Val di Varri e la grotta Cola.

Itinerario

Per approfondire

Si consiglia la lettura della guida a “La Riserva Naturale delle Grotte di Pietrasecca”. Scritta da Ezio Burri, è stata pubblicata da Carsa Edizioni nel 2002 all’interno della collana “Guide ai monumenti naturali d’Abruzzo”. Una sezione della Guida, scritta da Corrado Marsili, è dedicata ai tesori storici e artistici del Carseolano.

Il sito web dedicato alle grotte della Val di Varri (ospitato in www.comunepescorocchiano.rieti.it/) propone un percorso multimediale alla scoperta dei tesori naturali ipogei attraverso una serie di filmati girati all’interno delle grotte e un corredo di fotografie.

Pagine web dedicate alla Riserva Naturale delle Grotte di Pietrasecca sono ospitate nei siti del Comune di Carsoli  (www.comune.carsoli.aq.it/) e di Pietrasecca (www.pietrasecca.org).

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