Itinerario nella provincia di Reggio Emilia

Reggio Emilia. Il Giudizio universale di Camillo Procaccini

Le tappe dell’itinerario

La Basilica di San Prospero a Reggio Emilia ha origine nell’antica chiesa fondata nel 997 dal vescovo Teuzone per custodirvi le reliquie di San Prospero, patrono della città. La Basilica fu però completamente ricostruita agli inizi del Cinquecento nelle forme del barocco emiliano e fu affiancata da una torre-campanile di forma ottagonale. Il nostro interesse si concentra sul ciclo pittorico dell’abside dedicato al tema del Giudizio universale che fu realizzato da Camillo Procaccini tra il 1585 e il 1587. Il grande affresco si articola in due parti, con gli eventi che si sviluppano in cielo (descritti nella metà superiore) e gli eventi che accadono sulla terra (dipinti nella metà inferiore, suddivisa in due parti, separate dalla cornice della pala dell’altare).


Il Cristo giudice appare nel più alto dei cieli sopra un ammasso di nuvole, in un cielo dorato, sfolgorante di luce e affollato fino all’inverosimile dagli angeli che assistono allo spettacolo. Il Cristo, senza aureola e con l’abito svolazzante nel vento impetuoso, regge da solo la croce della sua passione e solleva il braccio nel gesto del giudizio. La Madre Maria è inginocchiata ai suoi piedi e cerca di temperarne l’ira con un’accorata preghiera d’intercessione. Intorno a Gesù siedono gli Apostoli: nel tribunale celeste è facile riconoscere Pietro (il primo a destra) che ha in mano le chiavi del regno, seguito da Giacomo (con il bastone da pellegrino) e da Giovanni (giovane e imberbe); chiude il coro Andrea (con la croce del suo supplizio).

Sotto la nube di Gesù, in uno spazio privilegiato, si stagliano i quattro evangelisti: Marco con il simbolo del leone, Luca con il bue, Matteo con l’angelo e Giovanni con l’aquila. Le nubi della corte celeste sono affollate di profeti (che spiegano il senso degli eventi in corso), patriarchi biblici (Mosè con i corni sul capo), dottori della chiesa (san Gregorio Papa), martiri (con le palme in mano) e santi fondatori di ordini. Una nuvola in posizione eminente è occupata da San Prospero, santo di dedicazione della chiesa e patrono di Reggio.

Due angeli aprono il libro della vita, nel quale sono repertoriati i nomi degli eletti, e il libro del bene e del male, nel quale sono elencate le opere buone e quelle cattive compiute da ognuno. Gli angeli tibicini sorvolano il creato e suonano le loro lunghe trombe chiamando i morti al risveglio.

I cadaveri e gli scheletri riprendono vita, fuoriescono dalle tombe nelle quali erano inumati, si liberano dei sudari e si rivolgono verso l’alto attendendo l’esito del giudizio. Quelli che sono stati approvati si librano nell’aria aiutati dagli angeli accompagnatori e ascendono verso il Paradiso dei beati. Sul fronte opposto, i dannati si affacciano sulla caverna infernale, riverberante di fiamme. Qui trovano ad accoglierli i diavoli che provvedono a legarli e a trascinarli (anche tirandoli per i capelli) nel fuoco punitore. Particolarmente efficace è l’espressione di due megere, la prima già tra le fiamme, e l’altra in primo piano, nuda e maltrattata. Di grande potenza è la raffigurazione del diavolo nudo e muscoloso, dal volto luciferino, che tortura la donna col fuoco: alle forme umane Procaccini ha semplicemente sovrapposto gli attributi diabolici delle corna e della lunga coda; la trovata più geniale è però quella delle ali diaboliche, un tempo quelle piumate degli angeli divini, ora trasformate nelle piume di un pavone, allusione simbolica al peccato di superbia degli angeli ribelli.

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